Cari fratelli e sorelle,
oggi, dopo l’interruzione delle vacanze, riprendiamo le Udienze in Vaticano, continuando in quella «scuola della preghiera» che sto vivendo insieme con voi in queste Catechesi del mercoledì.
Oggi vorrei parlare della preghiera nel Libro dell’Apocalisse, che, come sapete, è l’ultimo del Nuovo Testamento. E’ un libro difficile, ma che contiene una grande ricchezza. Esso ci mette in contatto con la preghiera viva e palpitante dell’assemblea cristiana, radunata «nel giorno del Signore» (Ap 1,10): è questa infatti la traccia di fondo in cui si muove il testo.
Un lettore presenta all’assemblea un messaggio affidato dal Signore all’Evangelista Giovanni. Il lettore e l’assemblea costituiscono, per così dire, i due protagonisti dello sviluppo del libro; ad essi, fin dall’inizio, viene indirizzato un augurio festoso: «Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia» (1,3). Dal dialogo costante tra loro, scaturisce una sinfonia di preghiera, che si sviluppa con grande varietà di forme fino alla conclusione. Ascoltando il lettore che presenta il messaggio, ascoltando e osservando l’assemblea che reagisce, la loro preghiera tende a diventare nostra.
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Fonte: Radio Vaticana via FeedRss
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