Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 14 Aprile 2023

534

Chissà quanti ricordi sono riaffiorati nella mente di Pietro alla vista del mare di Tiberiade: lunghe e monotone giornate di lavoro su una barca nella speranza di pescare qualcosa. E poi il giorno in cui la sua routine venne sconvolta dall’incontro con Gesù, che divenne la sua guida, il suo punto di riferimento, il suo tutto. E ora che il Signore non è più (apparentemente) presente? Pietro è smarrito, non sa cosa fare.

Ed ecco che ritorna alla sua barca, alle sue reti, credendo che pescare pesci sia ciò che sa fare meglio. Eppure nel cuore di quel semplice pescatore c’è un desiderio più profondo: rivivere quel primo incontro, rivedere quello sguardo che lo aveva fatto sentire profondamente amato. E di fronte a ciò il Signore non rimane indifferente.

È facile identificarsi in Pietro, nei suoi sentimenti: quante volte ci capita di sentirci come se brancolassimo nel buio, di non vedere più la Luce che ci guidava e ci domandiamo quale senso abbia ora la nostra vita. Probabilmente anche noi tendiamo a ritornare al passato, al momento in cui tutto è iniziato come a voler ripartire da zero e fare una scelta diversa.

- Pubblicità -

Ma oramai il nostro cuore ha vissuto una profonda esperienza d’amore che non può essere cancellata. Il Signore non ci lascia mai, anche quando sembra essere in silenzio. Egli continua a dirci di gettare le reti, ovvero di non perdere la speranza. Ogni giorno il Signore ci invita a fidarci di Lui e farci guidare da quel desiderio di salvezza e di amore che tutti abbiamo nel cuore.

Per riflettere

Non lasciamoci sconfortare dalle paure e dalle preoccupazioni quotidiane. Nei momenti di smarrimento, il Signore ci invita ad attingere forza e fiducia nella sua sicura presenza, nel suo infinito amore verso di noi.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi