La vita è un pellegrinaggio, o perlomeno può essere vissuta come se lo fosse, come un pellegrinaggio, se viviamo con fede. Certo, è possibile anche camminare senza fede, e lasciar trascorrere i giorni inseguendo mete terrene, concludere le scuole, ottenere un diploma, trovare un lavoro, trovare delle amicizie e magari creare una famiglia, e poi si attende la pensione, e poi si cerca di vivere al meglio che si può fin che si può.
Chi vive la vita come un pellegrinaggio, tutto sommato non è che faccia cose diverse dagli altri, quello che cambia è piuttosto l’atteggiamento, la disposizione interiore che ci apre a scoprire i modi in cui il Padre ci manifesta la sua presenza lungo il cammino. Il nostro camminare non ha più come fine il riuscire a fare strada, il raggiungere una meta particolare, ma quello che conta per un pellegrino è sentire che non sta camminando solo, ma che Gesù è il suo compagno di viaggio.
Quando ascolto, per esempio, il passo del Vangelo che parla dei due discepoli che dopo la risurrezione di Gesù camminano verso Emmaus per tornare alle loro case, e cammin facendo vengono accostati da uno straniero che alla fine scoprono essere Gesù stesso.
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Questo mi fa pensare a tante persone che conosco, amici e amiche, che vivono questa stessa esperienza, si perché siamo noi i discepoli di Emmaus, siamo proprio noi il Vangelo vivente, noi che siamo in cammino, e abbiamo Gesù sempre accanto a noi, anche se in alcuni momenti non lo riconosciamo, non lo capiamo, e perfino lo contraddiciamo, ma poi ascoltiamo il Vangelo, partecipiamo alla Santa Messa, ed ecco che i nostri occhi tornano ad aprirsi, e lo riconosciamo, e rileggiamo ogni cosa sotto una luce nuova, la luce della risurrezione.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano