Missionari della Via – Commento alle letture di domenica 9 Aprile 2023

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Pace e bene, prepariamo i cuori alla gioia della Pasqua, lasciandoci prendere per mano dal Signore che viene a vincere la morte e le nostre morti interiori.
A noi fidarci e affidarci, per fare anche noi Pasqua, passando dal nostro io a Dio, dall’essere ripiegati su di noi all’amore per gli altri…

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Gioia mia, Cristo è Risorto!  

È veramente Risorto, alleluja! 

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Lasciamo che la gioia della Pasqua permei nei nostri cuori. Cristo ha  vinto la morte per noi e in Lui anche noi possiamo essere vittoriosi. Sì,  Gesù ha vinto per noi e offre questa vittoria anche a noi, che possiamo  “far nostra” mediante la fede in Lui, aprendogli il cuore e decidendoci a  seguirne le orme, magari con rinnovato entusiasmo. 

Come ha ricordato splendidamente padre Cantalamessa: «Alcuni Padri  della Chiesa hanno racchiuso in una immagine l’intero mistero della  redenzione. Immagina, dicono, che si sia svolta, nello stadio, un’epica  lotta. Un valoroso ha affrontato il crudele tiranno che teneva schiava la  città e, con immane fatica e sofferenza, lo ha vinto. Tu eri sugli spalti,  non hai combattuto, non hai né faticato né riportato ferite. Ma se ammiri  il valoroso, se ti rallegri con lui per la sua vittoria… insomma, se tanto  deliri per lui, da considerare come tua la sua vittoria, io ti dico che tu  avrai certamente parte al premio del vincitore. Ma c’è di più: supponi  che il vincitore non abbia alcun bisogno per sé del premio che ha  conquistato, ma desideri, più di ogni altra cosa, vedere… l’incoronazione  dell’amico, in tal caso quell’uomo non otterrà forse la corona, anche se  non ha né faticato né riportato ferite? Certo che l’otterrà! Così, dicono  questi Padri, avviene tra Cristo e noi. Egli, sulla croce, ha sconfitto  l’antico avversario”. “Le nostre spade – esclama san Giovanni  Crisostomo – non sono insanguinate, non siamo stati nell’agone, non  abbiamo riportato ferite, la battaglia non l’abbiamo neppure vista, ed  ecco che otteniamo la vittoria. Sua è stata la lotta, nostra la corona. E  poiché siamo stati anche noi a vincere, imitiamo quello che fanno i  soldati in questi casi: con voci di gioia esaltiamo la vittoria, intoniamo  inni di lode al Signore” . Non si potrebbe spiegare in modo migliore il  senso della liturgia che stiamo celebrando. Ma tutto questo non avviene  automaticamente… Questo avviene con la fede… In una omelia  pasquale del IV secolo, il vescovo pronunciava queste parole  straordinariamente moderne e, si direbbe, esistenziali: “Per ogni uomo,  

il principio della vita è quello, a partire dal quale Cristo è stato immolato  per lui. Ma Cristo è immolato per lui nel momento in cui egli riconosce  la grazia e diventa cosciente della vita procuratagli da  quell’immolazione” . Questo è avvenuto sacramentalmente nel  battesimo, ma deve avvenire consapevolmente sempre di nuovo nella  vita».  

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La risurrezione di Gesù non è un semplice ritorno a questa vita mortale,  ma è un “salto” in una qualità di vita totalmente altra, divina. Qualcosa  che supera ogni immaginazione, tant’è che i discepoli, nel Vangelo di  oggi, non avevano compreso cosa significasse quella “risurrezione dai  morti” della quale Gesù aveva parlato loro. Il discepolo amato, giunto  per primo al sepolcro, correndo sulle ali dell’amore, inizia ad entrare in  questo mistero facendo memoria delle parole di Gesù che illuminano di  senso quella scena, che parla di vita in un luogo di morte: il sepolcro  vuoto, il sudario piegato a parte…  

Contempliamo questa scena, fermiamoci sul pensiero del Risorto.  Lasciamo che la sua luce illumini le nostre morti, i nostri lutti, la nostra  solitudine. Lasciamo che il profumo della sua vita risorta, vita spesa per  amore nella fedeltà al Padre, impregni la nostra vita, muovendo i nostri  cuori a conversione. Sì, Gesù è risorto non semplicemente perché era  Dio, ma perché ha vissuto tutto e sempre da Figlio di Dio, fidandosi del  Padre, amandoci sino alla fine. Lui è la via, questa è la via per vivere da  risorti. Che la Pasqua del Signore possa aiutarci a uscire dai nostri  sepolcri, e riscoprire la gioia del seguirlo sulla via dell’amore.  

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