Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 7 Aprile 2023

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Ci apprestiamo a sostare dentro le ultime, umanissime ore del Figlio di Dio. I capi dei sacerdoti agiscono: prendono Gesù, mettono le mani sul Cristo, ghermiscono la vita e la tengono in pugno. È già la fine, diremmo: la sua vita appare ormai costretta dentro la crudeltà più ingiusta, figlia, spesso, anche dei nostri cuori induriti.

Eppure non è ancora la fine: la fine è sempre un po’ più in là per chi, sapendosi amato, desidera amare fino all’ultimo respiro. Ed ecco che Gesù, portando la croce, fedele alla sua vocazione di una vita, si mette di nuovo in cammino. Fino all’ultimo passo, Gesù sceglie di portare su di sé il dolore scelto da altri: legno da sollevare che diventa presto legno su cui sarà sollevato. È la soglia del mistero: il peso che lo schiaccerà sarà lo stesso dal quale si rivelerà il più grande amore del Padre.

Mentre i capi dei sacerdoti e Pilato sono tutti dediti ad assegnare a Gesù l’etichetta più appropriata, e i soldati a strappargli le vesti e appropriarsi degli ultimi brandelli di una vita, davanti alla croce, fermi, presenti, oranti stanno pochi e umili cuori, nel coraggio silenzioso con cui accompagnano Gesù nell’attesa più nera. Il Figlio di Dio, dal legno della croce, non pensa che a loro: continua ad amare, fino alla fine, chi ha camminato con lui.

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È quasi la morte, ma, anche da lì, Gesù genere relazioni nuove, risuscita legami creativi: un nuovo figlio e una nuova madre sono la chiamata essenziale per una Chiesa che può nascere come dono nuovo per il mondo. Solo ora, sì, Gesù sa che è davvero tutto compiuto. Ha sete, e chiede da bere, portando la Parola di Dio nella carne fino all’ultimo. Si abbandona al Padre, le cui mani sanno solo accogliere: ha tribolato come un uomo, si è lasciato abbracciare come un figlio.

Per riflettere

In quali situazioni di sofferenza ho potuto cogliere la chiamata ad amare con tutto/a me stesso/a “fino alla fine”? Riporto al cuore un’esperienza in cui mi sono abbandonato/a al Padre, alla Sua Parola, con fiducia.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi