Gesù muore su una croce, nudo, senza nemmeno uno straccio addosso, inchiodato su una asse di legno, dopo essere stato percosso e insultato dai soldati. Non è solo una questione di sofferenza, di dolore fisico, non è solo morte, ma è soprattutto un insulto alla dignità di Gesù, e alla dignità di ogni uomo.
Questa è la dimostrazione che per tanto buono e bravo che possa essere un uomo alla fine tutto finisce nel nulla, attraverso un cammino più o meno lungo di sofferenza, anche la vita più nobile di tutte alla fine subisce l’oltraggio della morte, del disfacimento del corpo. La prova inconfutabile che la vita non vale un bel niente. Chi prende in giro Gesù, chi lo disprezza, in realtà non disprezza solo lui, ma disprezza la vita, ogni vita.
Verrebbe allora la voglia di guardare già al giorno di Pasqua, alla risurrezione, per dire: vedi, in realtà è la vita che vince, perché Gesù è risuscitato. Ma in realtà Gesù è vincitore già dalla croce, Perché la croce non è la disfatta della sua missione, ma ne è il compimento. È sulla croce che Gesù ha vinto l’ultima battaglia contro il male, perché anche in quel momento non è venuto meno al suo amore. E io credo che quelle ultime parola dette da Gesù sulla croce, non siano una storiella scritta dall’evangelista, ma sono le parole che veramente lui ha detto, e che esprimono quello che lui aveva ne cuore nel momento della sua massima sofferenza, e non erano parole di odio ma di amore, amore per sua madre, e amore per il suo discepolo, ecco tua madre, ed ecco tuo figlio, ora, voi che siete mie discepoli, continuate ad amarvi, continuate ad essere una famiglia, così come avete fatto fino a questo momento.
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E chinato i capo consegnò lo Spirito, lo consegnò perché lo spirito non è mai morto, lo spirito non può morire, può solo comunicarsi può trasmettersi da persona a persona, ed è la fonte della nostra comunione di vita con il Padre, e della comunione tra di noi. Guardiamo dunque alla croce di Gesù, guardiamo alla nostra croce, e non fuggiamo, perché anche sulla croce può vincere la vita.
Fonte: il canale YOUTUBE di fra Stefano