Si può conoscere tutto il catechismo, tutta la Bibbia a memoria, tutta la teologia, tutti i riti ma rimanere distanti da Dio se si pensa che il cristianesimo sia la somma di tutte queste cose. Per noi il cristianesimo è Gesù Cristo, e la dottrina, la Parola, la teologia, la liturgia sono solo modi altri di scoprire, amare, e aggrapparci a Lui. Un cristianesimo senza la persona di Gesù è fumo senza arrosto.
“Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”.
Avere tutto davanti ai nostri occhi e non accorgerci dell’essenziale: tornare alla persona di Cristo. Tutto il resto sono chiacchiere o perdite di tempo imbellettati di religiosità e pseudo-teologie. La conversione a cui ci invita il Vangelo di oggi non ci coinvolge solo personalmente ma ci interroga anche come comunità, come Chiesa.
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Stiamo costruendo attorno la Sua Persona o attorno delle strategie pastorali, a iniziative, a concetti, a tentativi anche lodevoli in ambito caritativo ma che non sono un modo più forte e decisivo di aggrapparci a Lui. C’è ancora Gesù lì dove tutto parla di cristianesimo? C’è ancora Lui o solo l’ombra delle Sue idee?
Ognuno con lealtà deve provare a rispondere senza paura e con molta umiltà.
■ NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
L’intensa pagina del vangelo di oggi risponde a una domanda: chi dice che Gesù è veramente ciò che dice di essere? Chi ce ne dà garanzia? Gesù risponde con le parole del vangelo che Giovanni riporta e che in sintesi suonano un po’ in questo modo: basta aprire gli occhi e tutto è evidente. Ma il nostro vero problema è esattamente questo: la semplicità. Solo le persone capaci di semplicità sanno aprire gli occhi e accorgersi delle cose. Chi ha il cuore semplice chiama le cose con il proprio nome. Gli altri, invece, i complessati complicano tutto attraverso pensieri, interpretazioni, ragionamenti, e si perdono la cosa che conta di più: la nuda e cruda realtà. […] Finisci di leggere qui.
Commento al brano del Vangelo di: Gv 5,31-47
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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