Ecco un santo nella cui festa è diffuso il rito della “benedizione della gola” fatta con due candele incrociate perché, secondo un’antica tradizione, il vescovo Biagio avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola.
Nato in data imprecisata del III secolo, Biagio fu fatto vescovo di Sebaste in Armenia quando nel? Impero romano era stata concessa la libertà di culto ai cristiani nel 313, sotto Costantino e Licinio.
In seguito al dissidio scoppiato nel 314 tra i due imperatori-cognati, in Oriente dove governava Licinio ci furono delle persecuzioni locali con distruzioni di chiese, condanne dei cristiani ai lavori forzati e uccisioni di vescovi: Biagio allora lascio la diocesi e andò a vivere in una caverna, dove guariva con un segno di croce gli animali ammalati.
Scoperto da alcuni cacciatori e denunciato al magistrato, fu rinchiuso in prigione, dove riceveva e sanava gli infermi. Fu lì che si verificò il miracolo del bambino nella cui gola era finita una lisca di pesce. Biagio venne poi decapitato.
Il suo culto è dei più diffusi in Oriente e in Occidente. Fra gli aspetti di esso ricollegabili alla vita del martire, il più importante è quello di taumaturgo per le malattie della gola, legato al citato miracolo.
Fonte: Amen – La Parola che salva