Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2023

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Trentotto anni. Per trentotto anni quest’uomo ha sperato di poter guarire. E guarisce in un modo che non si aspetta: Gesù quando lo incontra non lo aiuta ad immergersi nella piscina, ma gli dice di alzarsi, di prendere la sua barella e di camminare da solo. L’ammalato attendeva qualcuno che lo immergesse nella piscina, ma Gesù lo guarisce diversamente: non solo nel corpo paralizzato, ma anche nel cuore atrofizzato.

Infatti dopo la guarigione Gesù gli dice: “non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio”. Peggio della sofferenza fisica, dell’immobilità del corpo, c’è la paralisi del cuore che rischia di farci vivere una vita fatta di compromessi, di tiepidezza e apatia. C’è la possibilità di guarire e viene dal Signore.

Non è mai una costrizione, Gesù infatti chiede “vuoi guarire?” anche se la risposta sembra ovvia; non è mai una “sostituzione” a noi, l’ammalato infatti si alza in piedi con le proprie gambe: gli altri sono certamente una ricchezza, ma ci sono momenti in cui il Signore dice a ciascuno di noi, a Tu per tu, “alzati, prendi la tua barella e cammina”; e infine non c’è un termine prestabilito, si può essere ammalati da trentotto anni o atrofizzati da tre mesi, c’è sempre possibilità di guarigione.

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