don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

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Quando è buio, di chi è la colpa? Quando nella vita non si vede più dove si sta andando, di chi è la colpa? Quando le circostanze ti inchiodano sul ciglio della strada, di chi è la colpa? Quando c’è un terremoto, di chi è la colpa? Quando si muore per un virus, di chi è la colpa?

E’ questa la grande domanda che mette in risalto il Vangelo di oggi:

“Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”. Bisogna rinunciare a leggere la realtà con il metro di giudizio della colpa e dei colpevoli.

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La cosa più interessante non è mai di chi è la colpa, ma cosa è nascosto veramente in quel buio. Gesù dice che è così perchè si manifestino le opere di Dio. Sta dicendo cioè che lì dove ci sembra che tutto sia finito c’è invece nascosta un’altra storia. Poi passa all’azione: “Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva”.

Il gesto è chiaramente un gesto di profonda intimità (saliva, terra, tocco), e rimanda a una dimensione che in questi giorni forse ci sfugge. Siamo infatti tutti alla ricerca di “religione”, cioè di gesti che esorcizzino l’angoscia e le prove che stiamo vivendo, ma forse dovremmo cercare la “fede”, cioè costruire un’intimità profonda con Gesù proprio al cuore di questa angoscia e di queste prove, senza volerne sfuggire. Solo quando si smette di “evitare” le cose allora si dischiude davanti a noi anche la vista del loro vero significato.

Chiediamo la grazia di questa intimità con Gesù per poter tornare a vedere veramente.

Commento del 2020

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«Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».

Domanda terribilmente seria.

Perché la gente soffre?

Perché esistono delle cose terribili nella vita?

La domanda dei discepoli mette Gesù nella posizione di dover gettare luce sul mistero immenso della sofferenza. La Sua risposta è eloquente: “Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio»”. Che è un po’ come dire che lì dove la vita diventa buia e difficile, è proprio lì che Dio si fa più presente e si rende visibile. Noi vorremmo una spiegazione, Gesù risponde con un fatto. Dio è lì dove più noi siamo soli e impotenti, come il cieco del Vangelo di oggi. Ecco perché chi ha davvero il dono della fede non ha spiegazioni ma solo la testimonianza di un fatto che gli è accaduto. […] Continua a leggere qui.


Commento al brano del Vangelo di: Gv 9, 1-41
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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