Laura Paladino – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

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Da cieco a vedente: incontrare la Luce

L’itinerario quaresimale trova nella IV domenica (laetare) il suo centro: a metà del cammino, come nella domenica III d’Avvento (gaudete), siamo invitati a rallegrarci e a proseguire con fede. Abbiamo attraversato la notte della tentazione (I Domenica), abbiamo visto sul monte il volto sfolgorante dello Sposo (II Domenica), che continua ad attenderci al pozzo, nell’ora più faticosa, per offrici Vita e renderci capaci di dare la vita (III Domenica); oggi siamo chiamati a riconoscerci eredi di una Promessa, grande ed eterna, che ha percorso la storia per raggiungere proprio noi, pronunciata da Colui che realizza ogni sua Parola (cfr. Isaia 55,11) ed è fedele per sempre.

Le nostre condizioni di limite non impediscono che il Padre compia in noi il suo progetto: sempre Egli desidera, per noi, la pienezza della Vita.

È questa l’esperienza del cieco nato (Vangelo, Giovanni 9) e di Davide (I lettura, 1Samuele 16): l’uno bloccato da una menomazione importante, che non gli permette di entrare attivamente nella società e lo costringe alla marginalità; l’altro condannato, secondo i criteri umani, all’insignificanza perché è il più giovane dei figli di «Iesse il betlemita»; ma è proprio lui il sovrano che Dio ha scelto per il suo popolo, il Messia regale che il Signore ha chiamato “suo figlio” (cfr. Salmo 2) e che prefigura l’unico Figlio; Dio stesso invita il profeta Samuele, incaricato di ungere il Re, a «non guardare all’aspetto né all’alta statura; non conta quel che vede l’uomo: l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».

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Si fa strada così il messaggio della Domenica laetare: senza che il Signore ci offra la sua grazia e il suo sguardo sulle cose, sulle persone e sul mondo, siamo ciechi, incapaci di vedere la luce, immagine centrale di questa domenica, presente nella liturgia battesimale con il segno della candela.

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