Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 19 Marzo 2023

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Del Vangelo di oggi abbiamo riportato la forma breve, ma nell’originale i discepoli all’inizio chiedono a Gesù per quale motivo quell’uomo sia nato cieco, se sia colpa sua o dei suoi genitori. E Gesù dice che non è colpa di nessuno e che quell’uomo è cieco “perché in lui siano manifestate le opere di Dio.” Eh, ma che significa?

Quell’uomo è nato cieco, è un mendicante, un invisibile, gli altri uomini manco si ricordano che faccia abbia e questa condizione, che tutti consideriamo una disgrazia, diventa la chiave di svolta per la sua vita, perché è attraverso la sua cecità che comincia a vedere ben oltre gli standard.

Quel cieco non solo vede per la prima volta in tutta la sua vita, ma fa un incontro che la vita gliela cambia per sempre. Ora, Dio non è un sadico che si diverte a vederci soffrire, ma Uno che ci viene a trovare nella nostra condizione di cecità, di sofferenza, di solitudine. È Uno che si sporca le mani di fango, che non prova ribrezzo per chi siamo, per gli errori che facciamo, per i dolori che patiamo, ma che trova in questi il modo per liberarci.

“Tu, credi nel Figlio dell’uomo?”

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