“Gesu’ disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri “.
Questi “ alcuni “ amavano vantare tutte le loro opere e ringraziavano Dio per non essere come gli altri uomini perché gli altri, non loro ovviamente, erano ladri, ingiusti, adulteri.
Leggendo il testo ci verrebbe da pensare: noi non assomigliamo agli “ alcuni “, quindi, questa parabola..non ci riguarda, non è per noi.
E’ propri vero?
Facciamoci un serio esame di coscienza.
Capita, infatti, soprattutto a coloro i quali sono “ abituali frequentatori “ di Chiese, partecipano a tutte le funzioni, fanno i catechisti, danno una mano alla mensa dei poveri, di….avere “ l’intima presunzione “ di “ sentirsi migliori “ degli altri che, invece, non fanno nulla.
E’ una tentazione diabolica, che trasforma in peccato delle azioni che, in astratto, sono ottime.
E allora la pagina di oggi vuole essere un richiamo alla vigilanza, al discernimento sulla finalità delle nostre azioni.
Diversamente rischiamo, nonostante il nostro “ attivismo “ e la nostra “ religiosità “, di non tornare a casa giustificati con l’aggiunta della “ grande beffa “ di sapere che “ giustificato “ sarà colui il quale abbiamo sempre disprezzato ma che, in realtà, è stato miglior di noi perché ha compiuto quel gesto di umiltà che la nostra presunzione ci ha impedito di fare: riconoscersi peccatore dinanzi a Dio e chiedere pietà.
Dio giustifica gli umili, non i superbi.
Buona giornata e buona riflessione a tutti.