Al tempo di Gesù ogni malattia di cui si ignoravano causa e cura finiva con Pessere attribuita al demonio. In questo caso un povero muto che non riesce a comunicare viene preso per indemoniato (con le relative conseguenze, poveraccio!).
Quasi come se Luca lasciasse intendere che la mancanza di comunicazione, la solitudine triste in cui sprofondiamo, il protagonismo esasperato che ci impedisce di riconoscere l’altro abbiano a che fare con la tenebra, col Maligno. Ma il Signore entra nella nostra vita e ci permette di parlare un nuovo linguaggio, di intessere relazioni, di scoprirci amati e capaci di amare. Gesù guarisce un indemoniato e finisce per essere accusato di essere lui, un indemoniato.
Fatichiamo a capire la logica di questo ragionamento e, in effetti, con infinita pazienza Gesù prova ad argomentare: che senso ha pensare che il demonio scacci il demonio? Che idiota sarebbe se lo facesse? Ma ad avere un pensiero diabolico, che si ostina cioè a scindere, a dividere, a contrapporre, sono proprio gli avversari di Gesù che si arrampicano — maluccio – sugli specchi pur di non ammettere che egli agisce per conto di Dio.
Ma se anche si ostinano a difendere l’indifendibile, se anche non vogliono ascoltare o vedere, è arrivato l’uomo più forte, il Messia, a strappar loro il controllo sulla religiosità del popolo di Israele. Esiste il demonio e fa il suo mestiere, non è orribile come lo abbiamo rappresentato (chi seguirebbe un mostro?) ma ci persuade con ragionamenti apparentemente logici e maschera il male col bene.
Cose semplici, per carità, lasciamo le tentazioni ai santi!, ma insinua in noi una visione cupa di noi stessi e del mondo che ci allontanano dalla gioia. Scegliamo, ancora oggi, di affidare la casa del nostro cuore al più forte, il Signore Gesù. Che lo Spirito ci aiuti a non ostinarci a negare l’evidenza, a non arroccarci in difesa delle nostre (talora fragili) certezze.
Dio fa nuove tutte le cose, non ce ne accorgiamo?
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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