Quante volte bisogna perdonare? Si può quantificare l’esperienza del perdono? Gesù nel Vangelo di oggi ci dice di no, anzi pone una misura infinita al perdono. Eppure questo eccesso di misericordia era percepito già allora come una forma di ingiustizia e non come una modalità dell’amore. Infatti non è possibile pensare al male subìto senza che nessuno ne paghi le conseguenze.
Ma il perdono non è un’alternativa alla giustizia, è la possibilità che la giustizia ha di non diventare essa stessa male, vendetta. Si perdona non quando il male fatto non ha conseguenze, ma quando quel male non continua a fare del male alimentando odio, rancore, risentimento.
Chi perdona si libera dalla morsa di quel male interiore che continua a farlo soffrire. In questo senso abbiamo bisogno di perdonare all’infinito perché abbiamo bisogno di essere sempre infinitamente liberati da ciò che ci rode dentro fino a toglierci la pace, la gioia, la serenità. Questo è ciò che Dio fa con ciascuno di noi: ci libera dal male che ci fa ancora del male.
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Ma l’unica cosa che chiede è di agire anche noi nello stesso modo, cioè di liberare anche gli altri dal peso del male che li tormenta, che li uccide. È bello pensare che Gesù non ci chiede di fare una cosa giusta e basta, ma ci chiede di fare una cosa giusta solo perché noi ne abbiamo fatto per primi esperienza. Io posso perdonare perché sono stato perdonato.
Allora la domanda che il Vangelo di oggi ci pone è semplice: mi sono mai sentito veramente perdonato?
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La faccenda del perdono è una faccenda romantica fintanto che non ci riguarda in prima persona. Infatti quando si è vittime di un sopruso o di una sofferenza allora si comprende quanto sia faticosa la pratica del perdono. Eppure Gesù non fa sconti, Egli dice chiaramente a Pietro che gli domanda “quanto” è lecito perdonare, «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette». Ma sapendo che in fondo tutti facciamo fatica a ragionare con una misura di perdono infinita, Gesù racconta una parabola in cui i protagonisti sono due servi. Il primo ha un debito molto grosso, sproporzionato con il padrone e proprio per questo sa che per lui andrà a finire male, ma la sua supplica impietosisce il padrone che gli condona imprevedibilmente tutto il debito. […] Continua a leggere qui.
Commento al brano del Vangelo di: Mt 18,21-35
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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