don Marco Pozza – Commento al Vangelo di domenica 12 Marzo 2023

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Mezzogiorno di fuoco

Commento al brano del Vangelo di Giovanni 4, 5-42

Esce per prendere l’acqua al pozzo verso l’ora di pranzo, quando sugli altri fornelli l’acqua già bolle, la pasta sta per cuocersi diventando pasto: «Era verso mezzogiorno». Nessuna, forte in materia di organizzazione familiare, si prende all’ultimo per andare al pozzo. Lei, invece, se ne va quando le altre son tornate: è stanca delle insinuazione mentre le altre calano il secchio, dei bisbiglii dietro gli usci delle porte, dei non-detti raccolti per la via. “Non ho bisogno di sentirmi zoccola in ogni sguardo!” si sarà detta mentre il sole si curva sull’orizzonte, fino a farsi perpendicolare: «Era verso mezzogiorno».

Un’ora deserta al pozzo, l’ora dell’imbarazzo, l’attimo di chi si copre, l’appuntamento con la vergogna. Esce, dunque, da casa perchè il petto reclama acqua da bere: non sa, anima bella, che non sarà dell’acqua che ha sete. Non l’immagina nemmeno, semplicemente và, vincendo quella riluttanza che le detta il giudizio della gente: “Guardala: ne ha cambiato un altro. Insaziabile, miseria!” In città c’è chi ha sete d’acqua e c’è chi ha sete di maldicenze: ognuno fa il fuoco con la legna che ha. E così sia.

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Aveva visto giusto: al pozzo nessuna donna sta calando dentro il secchio. Il deserto è abitato soltanto dalla fisionomia d’uno straniero: maschio, un giudeo di bell’aspetto, ha il brillìo negli occhi. L’avesse saputo, si sarebbe informata, lei ch’è esperta di maschi: “Fai attenzione a quel maschio giudeo, è un artigiano di brividi e batticuori”. Manco il tempo d’informarsi, invece, che Lui già le ha rapito l’interesse: «Dammi da bere!» Sarà per la voce erotica, per quello sguardo così magnetico, per il luccichìo che esala: lei, ch’è espertissima in materia, inizia a non capirci nulla, come stregata all’istante: «Tu, Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna Samaritana». Ha un qualcosa di strano l’uomo: “Ciò che si offre in sottobanco – è il solo pensiero che le riesce – si offre in tutte le vetrine”.

Questo, invece, ha un modo di parlare, di guardare, di pensare ch’è unico: non ha nulla di tarocco. È uno sguardo che spoglia chi incontra – uomo o donnna che sia – senza per forza sentirsi addosso l’umiliazione d’essere nudi. Poi, ma lei non può saperlo, in ogni vita in cui Dio penetra non esisteranno più incontri indifferenti. Cristo va al cuore: «Và a chiamare tuo marito». Cristoddìo, quando vuol fare l’arrogante con le frottole, è un cecchino. È il punto dolente, la causa per la quale esce a mezzodì, l’ansia: «Non ho marito». La sentissero: “Ballista oltre che mala femmina. Ne ha a gogò” dicono. Non è bugia: «Hai avuto cinque mariti (più uno). Quello che hai adesso non è tuo marito». Colpita e affondata.

Ha la carne che le vibra, col sole a picco ha pelle d’oca, il cuore è il primo organo riproduttivo che le balza in mente: «Vedo che tu sei un profeta». Non le chiede assolutamente di regolarizzar la sua situazione irregolare: va oltre. Le fa ciò che nessun uomo era riuscito a fare finora: le fa venir sete, invece che darle da bere al corpo. “Non sei battona, non ti giudico, chissà al tuo posto cos’avrei fatto”: «Hai detto bene (…) In questo hai detto il vero». Due complimenti così, in un colpo solo, mai nessuno glieli aveva fatti: apprezzarne l’onestà, quando tutti vedono solo la menzogna, solo un profeta è capace di farlo. A redarguirla è capace il mondo intero: a intravedere la purezza in quella carne affittata a molti solo Lui è stato capace. Guardalo come se l’è portata a spasso per il suo paese dell’anima: «Dove hai quest’acqua viva? (…) Sono io che ti parlo!» Conquistata.

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Nemmeno lei, lucidandosi alla sera le labbra prima d’uscire, s’era mai vista così bella come in quell’attimo. Onesta, più che bella. Il Cristo, travestito da finto tonto al pozzo, si è complimentato per l’onestà del cuore: robe da capottarsi dal ridere se non fosse che quest’ultimo uomo è in grado di sovrastare la memoria di tutti quelli venuti prima. Continuano a sparlare: “Eccolo il settimo!” Loro due, nel frattempo, iniziano a frequentarsi: “Non sei disordinata, amore mio!” le dice.

Non era disordine: era solo un ordine che nessuno capiva. A parte Iddio.

Per gentile concessione di don Marco Pozza – Fonte