<<Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce>>.
Il Vangelo della Trasfigurazione è l’estremo tentativo di raccontare un’esperienza ineffabile che in realtà non ha parole abbastanza capienti per poter dire davvero cosa sia successo in quel giorno sul monte Tabor. Se dovessimo anche noi usare un’immagine, dovremmo dire che i discepoli sperimentano un bagno di luce indelebile che li segna in maniera decisiva nel cuore.
Sono quei rari, anzi rarissimi momenti in cui Gesù fa un passo in avanti e si mostra per ciò che è davvero senza nessun’altra mediazione. Lo fa di rado perché vuole sempre lasciare spazio alla nostra libertà. La nostra vita non è mai solo luce, perché davanti alla luce non avremmo molta scelta. Diceva un buon teologo che Gesù ci dà abbastanza luce da capire cosa fare e abbastanza buio da poter scegliere anche il contrario.
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La festa di oggi è solo fortissima luce che Gesù dona ai suoi discepoli prima che essi entrino nel buio del Getsemani. Ma la cosa interessante è la loro reazione: <<All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore». La loro reazione non è di beatitudine, ma di spaesamento. Sono davanti a un mistero più grande dei loro ragionamenti.
<<Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”>>. È bello pensare che Gesù è l’unico modo che noi abbiamo per poter entrare nel mistero senza rimanerne schiacciati. Il Padre manda suo Figlio Gesù per darci un’esperienza (“toccatili”) e indicarci la strada da percorrere (“alzatevi”).
In questo senso per un cristiano non c’è altro di essenziale se non Gesù solo: <<Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo>>. E se ci sono altre cose che ci aiutano, ci sono d’aiuto solo perché ci avvicinano di più a Gesù e non sono in sostituzione a lui.
Commento del 2020.
■ DALLA PAGINA FACEBOOK DI DON LUIGI
Perchè una sosta di luce nel cuore della Quaresima? Possiamo rispondere a questa domanda solo se capiamo in cosa consiste la luce. E’ il Vangelo a risponderci: “Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»”. La vera luce è sentirsi amati. Gesù potrà entrare nel buio della Passione solo perchè ha addosso la luce di sapersi amato da Suo Padre. Ma questa esperienza non è esteriore ma interiore e ogni vano tentativo di Pietro di imprigionare quell’istante è destinato a fallire. Egli potrà contare su un unica evidenza: “Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo”. Gesù è l’unica cosa che si vede dell’Amore di Dio, per questo non dovremmo necessitare di altro se non di Lui solo.
Commento al brano del Vangelo di: Mt 17, 1-9
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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