Viviamo in un mondo confuso e disarticolato, in affanno e scentrato; e trovare persone che agiscono correttamente, secondo un codice etico, evitando di commettere ingiustizie, di questi tempi, è già una bella grazia… Così i farisei, ferventi credenti contemporanei di Gesù, osservavano con scrupolo i precetti della Torà, praticavano quanto richiesto fin nel dettaglio, consapevoli di essere integerrimi agli occhi di Dio (o così immaginavano).
Gesù chiede di superare questa logica, di praticare la giustizia, certo, ma di non appendersi ad essa, di non barricarsi dietro la norma per arrivare al cuore di quanto Dio aveva proposto come cammino per la felicità. Di non strutturare il rapporto con Dio come se fosse un ragioniere cui rendere conto, di non pesare col bilancino le nostre azioni, ma di entrare, piuttosto, nella logica del dono senza misura, di una giustizia che diventa amore e perdono.
Anche il giudizio verso il fratello, anche l’acrimonia che possiamo avere verso alcune persone sono una nube oscura nel cielo sconfinato dell’amore di Dio e ci impedisce di diventare uomini e donne nuove trasformati dal Vangelo. Gesù alza l’asticella della fede dei farisei (e nostra): propone, nel discorso della montagna, la logica paradossale dell’amore che non si ferma alla regola ma che si dilata, suscitando nuovi, inattesi modi di vivere, accettando il paradosso perché solo chi è innamorato è capace di trascendere la giustizia e illuminarla di nuovi significati. Il culto, allora, diventa uno specchio della vita: a Dio sta più a cuore che cerchiamo di riconciliarci con chi ci odia, dando per scontato che non odiamo nessuno, che portare l’offerta all’altare.
Probabilmente non abbiamo, sul serio, persone che odiamo, ma persone che ci sono antipatiche ne conosciamo parecchie. Facciamo il possibile per offrire occasioni di conoscenza, di riconciliazione, di empatia. Per quanto dipende da noi, come figli di chi fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, cerchiamo di avere buone relazioni con tutti, amandoli con l’amore di Dio in noi che deborda dal cuore e raggiunge tutti.
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva“
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