La Quaresima è un tempo prezioso perché è il tempo in cui lo Spirito ci porta ad un appuntamento che cerchiamo di sfuggire tutto l’anno.
È come quando per mesi abbiamo aperto un cassetto nella nostra stanza e abbiamo accumulato roba su roba in attesa di avere il tempo di metterla davvero a posto o di riflettere cosa farci. Nessuno vuole aprire quel cassetto per farci i conti.
Il deserto è questo. È il tempo di quel cassetto. È quel fastidioso tempo in cui facciamo i conti con ciò con cui non vorremmo fare i conti. E il compagno di eccezione di questa operazione è Satana. Perché proprio lui? Perché la tentazione ci ricorda che siamo liberi. Solo se capiamo che siamo liberi possiamo capire quanta profondità c’è davvero nella nostra vita e nelle nostre scelte.
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Non dobbiamo trovare modi per non essere tentati, ma dobbiamo domandare allo Spirito di aiutarci a fare delle scelte davanti alle tentazioni. Questo allenamento alla libertà ci prepara davvero alla Pasqua, perché nessuno dà le chiavi di una macchina a chi non sa portarla. Così la Resurrezione è uno spreco per chi vive schiavo di qualcosa.
“Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” ci ricorda San Paolo. Chi si lascia plasmare dalla lotta della Quaresima si accorgerà di non avere più paura delle “bestie selvatiche” che lo abitano, e anche gli angeli così misteriosamente invisibili diventeranno così straordinariamente utili.
Esattamente come la fede che non la si vede ma la si sente negli effetti.
Nuovo commento dalla pagina Facebook di don Luigi
“𝐃𝐨𝐩𝐨 𝐚𝐯𝐞𝐫 𝐝𝐢𝐠𝐢𝐮𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢 𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚 𝐧𝐨𝐭𝐭𝐢, 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐞. 𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐯𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨̀ 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐝𝐢𝐬𝐬𝐞…”
Il male è lì dove si manifesta la nostra fame. Esso è una voce che vuole suggerirci un modo sbagliato di corrispondere a questa fame. Solitamente si presenta come la soluzione più facile e più immediata e proprio per questo è difficile da non assecondare perchè a noi non piace fare fatica e resistere, ci viene più spontaneo assecondare e lasciarci trasportare dalle circostanze. Gesù ci mostra che non tutto sfama e che non è una tragedia a volte provare il bisogno di qualcosa (prima tentazione), a patto però che questa esperienza di debolezza non ci convinca a mettere alla prova Dio con la pretesa di dimostrarci che ci ami veramente (seconda tentazione), o peggio ancora che susciti in noi un delirio di onnipotenza in cui vogliamo tenere il controllo sul mondo intero sostituendoci così a Dio stesso (terza tentazione). Il male ci ricorda che siamo fragili, ma la fragilità non è una cosa brutta è solo la carta di identità del nostro essere umani. Se accettiamo questa fragilità senza cercare vie di fuga allora il male non può nulla contro di noi. Gesù vince il male perché oppone alle sue seduzioni l’umile accettazione della sua debolezza completamente consegnata nelle mani di Dio.
Commento al brano del Vangelo di: Mt 4, 1-11
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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