don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 23 Febbraio 2023

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Tre cose Gesù ci dona nel Vangelo di oggi: la verità su se stesso,

“Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno”.

Poi la condizione che rende un discepolo tale:

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“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.

E il metodo che rende possibile la salvezza vera della nostra vita:

“Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà”.

Tutti coloro che quindi cercano un’esperienza di fede per mettersi al sicuro in realtà dovrebbero meditare molto sul Vangelo di oggi che ci dice esattamente il contrario. L’esperienza di un credente è un’esperienza di realismo disarmante. Se normalmente noi nascondiamo la testa sotto la sabbia come fanno gli struzzi, essere cristiani significa spalancare gli occhi con realismo sulla vita, su noi stessi, su ciò che dobbiamo affrontare.

È proprio da questo disincanto che può davvero iniziare la santità. Infatti finché non ci scontriamo con i nostri limiti, con il male presente nel mondo, con la fatica di vivere controcorrente rispetto alla mentalità comune, abbiamo della fede solo una visione edulcorata. Ma Gesù ci dice questo affinché nessuno si spaventi, o si scoraggi.

Sapere infatti in maniera preventiva la fatica che ci aspetta non ci fa rimanere male quando essa si presenta, e ci aiuta ad andare avanti sapendo che al fondo di quella fatica c’è davvero un motivo per cui ne è valsa la pena.

Fonte


Commento al brano del Vangelo di: Lc 9,22-25
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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