Spesso rischiamo di porci di fronte al Signore un po’ come i farisei del vangelo di oggi: con un atteggiamento di pretesa inutile. Gesù aveva già compiuto molti miracoli, e con la sua stessa vita dava testimonianza: che bisogno c’era di altri segni? Di che dimostrazione avevano bisogno questi farisei?
Oggi veniamo invitati a non ricercare il Signore per avere segni o prodigi, ma piuttosto per stare con lui in semplicità, perché la relazione con lui, il seguirlo nella vita di tutti i giorni, porta già a essere uomini e donne liberi, capaci di gesti veri di amore. Il segno, il miracolo, siamo noi stessi con le nostre vite, quando cerchiamo di viverle cristianamente.
Gesù ci invita a una relazione adulta con lui, in cui siamo capaci di giocarci e di stare in piedi senza timidezze e senza bisogno di continue conferme. Il Signore non fa mancare il suo aiuto, se ci comportiamo così.
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Daniele Ferron SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato