Oggi Gesù ci tiene a fugare alcuni dubbi, affinché non vi sia per noi nessun motivo di fraintendimento. Se egli infatti non perde occasione di rimproverare gli scribi e i farisei per la loro ipocrisia, ci mette anche in guardia dalla tentazione di non seguire e non rispettare i precetti e la legge per una libera interpretazione dei suoi insegnamenti; anzi, ci esorta a superare nella giustizia gli scribi e i farisei, ma senza l’ipocrisia di questi ultimi. Ci spiega il senso profondo della legge e di come lui sia venuto a darne pieno compimento. Ma in che modo?
Che cosa vuol dire? Per gli ebrei la legge altro non è che la Parola di Dio, è Dio stesso. E Gesù è la Parola fatta carne; quindi Gesù è la legge. Poi presenta delle antitesi: “avete inteso che fu detto… ma io vi dico”. Gesù si presenta, ci spiega che la legge è molto più della legge, è lui in persona. E lui è amore. Gesù cerca di scalfire piano piano il nostro cuore, dicendoci che ogni qualvolta manchiamo nell’amore verso il prossimo infrangiamo la legge, perché non agiamo secondo la volontà di Dio.
Guai a non seguire la legge, guai a non seguire Cristo, che è la legge! E non puoi seguire Gesù se odi tuo fratello, sarebbe un controsenso, è ipocrisia. In questo sta la giustizia in cui dobbiamo superare gli scribi e i farisei, la giustizia dell’amore e della compassione. Conclude dicendo di parlare chiaramente, senza nasconderci dietro interpretazioni o cavilli che ci fanno comodo, senza giudicare e senza indurre maliziosamente in errore.
Poi ci spinge ad insegnare agli altri a fare altrettanto; solo in questo modo entreremo nel Regno dei Cieli, dove tanto più avremo seguito i precetti dell’amore, tanto più saremo considerati grandi.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti sono curati da Rita e Giovanni Giordanelli