La legge morale ci indirizza verso l’equilibrio con noi stessi e con gli altri.
don Mauro
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LO SPIRITO DELLA LEGGE
La legge morale è una guida alla felicità. Essere felici significa vivere pienamente la propria umanità avendo un giusto equilibrio con sé stessi e nelle relazioni. Una norma indirizza la persona e la invita a osservare un certo comportamento per evitare di provocare sofferenze a sé stesso e agli altri. Questo è il modo positivo di vivere la legge, di intenderla cioè come qualcosa che migliora la vita. In senso negativo invece si può pensare che una norma sia una limitazione e che si possa cercare di osservarla formalmente, cercando però un modo per aggirarla. Gesù invita a vivere la legge in senso positivo, comprendendone lo spirito e non solo fermandosi alla lettera. Avete inteso che fu detto “non uccidere”. La lettera della prescrizione è chiara nel vietare l’omicidio.
In generale questa norma è rispettata, non capita spesso di sentire persone che si accusino di aver ucciso, anzi è frequente sentir dire: non ho mai ammazzato nessuno. Se ci si ferma a questo siamo tutti a posto. Lo spirito della prescrizione è però più ampio. A questo ci richiama il Maestro. Ogni forma di violenza è in qualche modo un omicidio mascherato. La violenza verbale tradisce quello che uno ha in cuore. L’odio è desiderare l’annientamento dell’altro, in qualche modo la sua morte. Coltivare un rancore può condurre a esercitare la violenza dalle parole fino ai fatti. Ogni azione si concepisce prima nella mente e poi la si realizza.
Alimentare un rancore porta a pensieri violenti che in qualche caso possono diventare concretamente omicidio. L’adulterio, allo stesso modo, non è solo l’atto in sé. Anch’esso si coltiva prima nei pensieri. Il desiderio è disordinato quando porta a pensare all’altro solo come oggetto del proprio piacere. In questo caso non si pensa al benessere della propria famiglia e di quella altrui, non si considerano le conseguenze, ma si cerca solo la propria soddisfazione. Da dove origina un desiderio disordinato? Dal modo in cui noi guardiamo e da come educhiamo il nostro sguardo. Il pudore è conservare la purezza dei propri pensieri ed evitare comportamenti e atteggiamenti che possano suscitare negli altri appetiti smodati.
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Ecco perché il Maestro provocatoriamente dice che è meglio buttare via un occhio o una mano piuttosto che il corpo intero. È questo il senso del fuggire le occasioni prossime di peccato. La prevenzione è sempre meglio della cura! L’indissolubilità del matrimonio garantisce gli sposi della rettitudine delle proprie intenzioni e fa pensare allo stare insieme come a un progetto che abbraccia tutta la loro vita e quella dei figli. Quando si cerca la verità e il bene del prossimo non serve nemmeno giurare.
Non è la paura del castigo che deve portare ad osservare la legge, ma deve esserlo il desiderio di essere uomini e donne autentici, che cercano di vivere in pienezza la loro vita, liberandola dal male e aprendola alla verità.
- AUTORE: don Mauro Pozzi
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