Commento al Vangelo di domenica 12 Febbraio 2023 – Comunità Kairos

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Prosegue la lettura del V capitolo del vangelo di Matteo, in cui Gesù pronuncia un lungo discorso evangelico, proponendoci una nuova alleanza col Signore. Come Mosè era salito sul Sinai, così Gesù dalla montagna insegna come realizzare la volontà del Padre. L’intento

è quello di ricentrare l’uomo a partire dall’amore, è l’amore che ci rende simili al Padre, «figli» dice Gesù (Mt 5, 45). Solo nella consapevolezza di essere figli, solo dopo aver sperimentato la gioia di essere amati incondizionatamente, è possibile amare in modo radicale e vivere le relazioni con autenticità. Il nostro brano, come leggeremo domenica prossima, si chiude infatti con l’esortazione a vivere l’amore in modo completo, senza limiti né esclusioni, come quello del Padre («Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» Mt 5, 48).

Più avanti leggiamo anche che il più grande comandamento è quello dell’amore verso Dio e verso il prossimo (Mt 22, 37-40).

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La fedeltà alla Torah è un tema importante per l’evangelista che si rivolge ad una comunità di origine giudaica, la quale si interroga sull’atteggiamento da tenere dinanzi all’antico «Sta scritto». Gesù con exousía, con autorevolezza (come leggiamo alla fine di questo lungo discorso della montagna: Mt 7, 29), rivela il senso profondo e originale della Legge. L’invito è a non restare ad un’interpretazione legalistica con atteggiamenti di stretto ossequio alla legge, come gli scribi e i farisei, ma di praticare una giustizia sovrabbondante, non fondata sulla reciprocità, ma sulla gratuità, a immagine dell’amore di Dio.

Il verbo greco «πληρoῶ» (pleroo) (Mt 5, 17) ha un duplice significato: portare alla piena misura e praticare nella piena misura. È questo il senso del Suo «dare compimento». Il “ma” delle antitesi non è per negare, ma per aggiungere qualcosa di più radicale. Non dovremmo nemmeno chiamarle «antitesi», perché si tratta di ricondurre i comandamenti alla loro verità originaria: essere a servizio della giustizia e della vita. Gesù è venuto per insegnarci a vivere una vita umana piena, a rivelarci il progetto di vita di Dio.

«Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,8-10) scrive san Paolo.

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È sotto questa luce che dobbiamo accostarci alle parole di Gesù. Il brano odierno ci presenta tre «antitesi», domenica prossima mediteremo le ultime due.

Al centro delle parole di Gesù vi sono i grandi temi della violenza, del desiderio, della sincerità.

I rapporti con l’altro devono essere contraddistinti dalla mitezza: occorre trattenere la collera, evitare le offese e gli insulti, non disprezzare le differenze, essere pronti alla riconciliazione. All’interno della coppia, l’amore deve essere vissuto nella fedeltà e nel dono di sé, riflesso dell’amore di Dio. Infine, l’invito a parlare con franchezza e lealtà, a far coincidere parole e intenzioni, come dice il salmista: dicendo la verità che sta nel cuore (salmo 15, 1-2).

Gesù va alle radici del male per mostrarci come esso possa essere vinto non nell’obbedienza di una legge, ma nell’amore di chi sa di essere figlio. Nell’amore il nostro agire sarà sotto il segno della libertà e responsabilità ed ogni relazione sarà contrassegnata dalla gioia. È l’amore che salva e dona la vita vera, è questa la via percorsa da Gesù, sulle cui tracce il discepolo deve camminare.


A cura di Monica per la Comunità Kairos.

Immagine di Dimitris Vetsikas da Pixabay