don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 3 Febbraio 2023

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Al centro del Vangelo di oggi c’è la coscienza sporca di Erode. Infatti la fama crescente di Gesù risveglia in lui il senso di colpa per l’infame omicidio con cui aveva fatto fuori Giovanni battista:

“Il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui». Altri invece dicevano: «È Elia»; altri dicevano ancora: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!»”.

Per quanto tentiamo di scappare dalla nostra coscienza, essa ci perseguiterà fino alla fine, fino a quando non prenderemo sul serio ciò che ha da dirci. C’è dentro di noi come un sesto senso, una capacità di sentire la verità per ciò che realmente è. E per quanto la vita, le scelte, i peccati, le circostanze, i condizionamenti possono attutire questo senso di fondo che abbiamo, in noi continua a risuonare come disagio ciò che non corrisponde davvero alla Verità. Ecco perché Erode non trova pace e manifesta la tipica nevrosi che tutti noi abbiamo quando da una parte ci sentiamo attratti dalla verità e dall’altra viviamo contro di essa:

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“Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”.

Come si può da una parte sentirsi affascinati dalla verità e poi far vincere la menzogna? Il Vangelo di oggi ci racconta questo per smascherare il medesimo conflitto che ci abita e per metterci in guardia dal fatto che a lungo andare, pur sentendo attrazione per ciò che è vero se non si fanno scelte conseguenti prima o poi si combinano guai irreparabili.

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Nella pagina del Vangelo di oggi viene narrata la triste vicenda del complotto che portò alla morte per decapitazione di Giovanni Battista. La cosa interessante però è che questa storia viene raccontata perché la predicazione di Gesù scuote, in un certo senso, la coscienza di Erode: “Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!»”. Questa affermazione, frutto di una coscienza sporca e colpevole, ci dice però qualcosa di interessante: in ogni vero testimone continua a vivere lo stesso fuoco e la stessa passione che si incontrano ogni volta si ha a che fare con persone vere e autentiche. Noi cristiani dovremo poter dire che se da una parte è vero che Giovanni Battista muore prima di Gesù, nella sua morte vediamo prefigurata l’estrema testimonianza che Gesù stesso darà pochi anni dopo sulla Croce. […] Continua a leggere qui.


Commento al brano del Vangelo di: Mc 6, 14-29
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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