Fin dall’alba dei tempi, Dio non fa altro che manifestare il suo amore verso di noi, e lo fa in molti modi. Uno di questi è quello di cercarci, e tentare continuamente di parlare al nostro cuore. Questo può avvenire per mezzo delle Scritture, tramite la Chiesa, grazie ai fratelli che ci accompagnano nel cammino; e che gioia quando ci imbattiamo in un passo della Bibbia che ci emoziona e stimola il nostro ragionamento, quando ci lanciamo nell’accogliere a braccia aperte un missionario di passaggio o quando la nostra giornata è ispirata da questo o quel carismatico catechista o sacerdote!
A volte, però, scopriamo che chi ci sta parlando ci conosce molto meglio di quanto noi pensiamo o vorremmo. Oppure quello che ci viene detto ci spiazza perché fuori dai nostri schemi o perché a dircelo è qualcuno di molto vicino e sul quale avevamo riposto ben altre aspettative. Rischiamo in questi casi di spaventarci e invece di lasciarci mettere in discussione, cogliendo magari l’occasione di porci delle domande significative per la nostra vita, ci lasciamo influenzare dai pregiudizi per giustificare la nostra reticenza ad ascoltare, con umiltà, quello che Dio sta cercando amorevolmente di dirci.
Forse per orgoglio, forse per vergogna, continuiamo imperterriti nelle nostre convinzioni e convenzioni negando, di fatto, a Dio la possibilità di compiere meraviglie nella nostra vita. Come sarebbe bello, invece, poter essere liberi da tutte le paure e dai pregiudizi, per poter finalmente lasciarci guidare dalla Sua Parola.
FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi
I commenti sono curati da Marta e Enrico Puglisi