Dal profondo della caverna, tra le tombe dei nostri desideri schiacciati dalla paura di vederli realizzati davvero, dalla paura di non essere abbastanza degni per poterli vivere, di pensare troppo in grande per poterli realizzare, il nostro sguardo colmo di grida e rabbia è colto all’improvviso da una luce che viene dal mare, le nostre orecchie dal suono di una chiglia che sfrega sui sassi in riva al mare. E sappiamo subito chi è. Riconosciamo subito i segni, non abbiamo dubbi: solo una persona può avanzare verso di noi che gridiamo e lottiamo col nostro cuore. Solo Gesù può venire a far breccia nella nostra morte, a vincerla, senza paura di avvicinarsi al nostro buio, ma anzi col desiderio e la sicurezza di una parla di vita per tutti noi.
Gesù arriva, tranquillo e sicuro, e spezza le tombe dei nostri desideri, spalanca le porte del nostro cuore e ci ridona la vita: sono con te. Grida tutto il dolore che hai nel cuore e lasciati amare. Grida tutta la paura e la stanchezza di non essere in tempo, di essere diverso “da”, di non essere “come”, e svuotati di tutto per riempirti di vita. Hai urlato fuori tutto? Ecco, ora sorridi, esci e riprendi il cammino. Esci, guarda che mare qua fuori, senti che luce per te. Non temere, io parto ma resto sempre con te.
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato