4° domenica del T.O. A
Prima Lettura Sof 2,3; 3, 12-13
Dal libro del profeta Sofonia
Cercate il Signore
voi tutti, poveri della terra,
che eseguite i suoi ordini,
cercate la giustizia,
cercate l’umiltà;
forse potrete trovarvi al riparo
nel giorno dell’ira del Signore.
«Lascerò in mezzo a te
un popolo umile e povero».
Confiderà nel nome del Signore
il resto d’Israele.
Non commetteranno più iniquità
e non proferiranno menzogna;
non si troverà più nella loro bocca
una lingua fraudolenta.
Potranno pascolare e riposare
senza che alcuno li molesti.
Vangelo Mt 5,1-12a
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
1° Lettura
– Il periodo storico
in cui si pone la pagina di Sofonia
è da collocarsi poco prima della disfatta
con la deportazione e la distruzione di
Gerusalemme, quindi verso il 587 a. C.
E’ un tempo di incertezza, di confusione
e di caos sia morale che civile e religioso.
Sembra che l’ideale di vita sia la ricchezza,
il benessere,
a cui si è arrivati con tutti i mezzi:
imbrogli, inganni, raggiri, ingiustizie…
Il profeta Sofonia
prende la parola, a nome di Dio
contro i commercianti (banchieri e palazzinari),
contro i dignitari di corte (politici)
contro tutti coloro che commettono ingiustizie
(mafiosi, massoni, ecc…)
a danno dei poveri;
e annuncia la scelta della “povertà,
come un atteggiamento interiore positivo,
verso la serenità.
La persona povera, non per forza,
ma che accetta questo stato di vita,
è quello che si fida interamente di Dio,
e non si appoggia ad alcuna sicurezza.
Questo atteggiamento e lo spirito di povertà
che riprenderà Gesù
nel Vangelo di oggi,
diventa una scelta ideale di vita
che porta alla serenità e alla libertà.
Es. S. Francesco d’Assisi,
Alcide De Gasperi,
Annalena Tonelli
Giorgio La Pira
don Lorenzo Milani,
e
quanti preparano una borsa di alimentari
per le famiglie in difficoltà
VANGELO
– Nella 1° lettura si accenna all’ “ira di Dio”
è l’atteggiamento che Dio mette in atto
a difesa dei poveri:
è giustizia dettata dall’amore verso chi soffre.
N.B.
Non mettiamo in bocca a Dio
né parole nè sentimenti
che sono propri di noi uomini.
Dio non ha ira verso alcuno,
ma Dio ha piuttosto a cuore
la causa e la salvezza del povero,
oppresso dal ricco e potente
e a cui nessuno dà attenzione.
– La povertà evangelica
non è la povertà sociale;
si usa la medesima parola,
ma hanno significato
totalmente diverso e in contrasto.
Povertà sociale
è non possedere,
non avere neppure il minimo
per una vita dignitosa;
è soffrire per mancanza di alcuni beni
necessari per la vita: mangiare, vestire,
alloggio, sicurezza, giustizia, ecc…
assicurare un minimo di benessere
alla propria famiglia…
il mondo è pieno di poveri “arrabbiati”,
resi poveri dal potere e dai ricchi.
L’Italia è stata resa povera da Governi
e Istituzioni che dei poveri
non si sono mai interessati: non esistono.
Almeno non votiamo questa gente,
perché non continui a fare danni.
Povertà evangelica
è la scelta alla rinuncia di tutto o in parte
di quanto abbiamo.
E’ sempre una scelta libera,
spontanea, liberante,
arricchente nella libertà.
E’ una scelta libera di rinunciare a qualcosa
perché qualcuno possa,
con la nostra disponibilità,
avere un aiuto.
Quindi è una scelta nella carità.
La povertà evangelica
se non è segno di libertà personale
e aperta alla carità
non ha senso,
sarebbe una forma di masochismo.
Rinuncio a qualcosa (denaro, tempo…)
per qualcuno…
N.B.
L’ideale del Vangelo e di Gesù
non è la povertà in sé,
quanto piuttosto il benessere
di tutte le persone di questo mondo:
che tutti possano magiare
e stare bene….
questo è il punto di riferimento di Dio,
l’obiettivo che Dio vuole raggiungere.
Questa è stata la missione dei Profeti;
Dio non vuole che tutti diventiamo poveri,
ma che tutti siano ricchi;
e se qualcuno impedisce a tanti, ai più
di avere
anche il minimo per la vita,
Dio gli chiede di rivedere il suo egoismo.
Non era necessario che venisse Enghel o Marx
a dirci questo
o a muoverci verso la lotta di classe,
a far sì che i ricchi cedessero qualcosa
della loro ricchezza (capitale)
a favore delle classi povere…
Già 3000 anni fa Dio aveva mandato
decine e decine di profeti
a dire le cose che poi i sociologi marxisti
hanno scoperto…
l’acqua calda era già stata inventata prima
da Dio.
Conclusione:
Dio non vuole tutti poveri,
Dio vuole tutti ricchi e benestanti.
E se uno sceglie la povertà
è perché qualcuno possa godere
di questa rinuncia… e per essere libero…