<<Passiamo all’altra riva>>. Anche quando pensiamo che, in fondo in fondo, stare sulla spiaggia non sia poi così male. Passiamo all’altra riva, in questo consiste il viaggio meraviglioso e faticoso che è la nostra vita. Preferiamo starcene tranquilli, senza scossoni, senza problemi, perché temiamo il pericolo perché, pavidi, sappiamo bene che qualche scossone il mare ce lo assesta.
Anche quando pensiamo che la vita di fede sia rassicurante, un porto sicuro di certezze e di affetti. Magari accade, entriamo in porto per qualche tempo, incontriamo punti di riferimento, una comunità, un prete, un percorso, e ci sembra bene fermarci, stazionare. Proprio in quel momento avriva colui che non ha dove posare il capo e ci scuote: è tempo di riprendere il cammino, il percorso.
Ci spaventa, la vita, siamo sinceri. Perché temiamo di non essere capaci di affrontare le tempeste. Ed è proprio quello che accade ai discepoli, spaventati ed irritati col Signore. Perché dorme il Signore? Perché si fida di noi, perché ci ha dato tutte le capacità per condurre la barca all’altra riva. Ed è con noi anche se non fa mai le cose al posto nostro. <<Non ti importa che siamo perduti?>>, gridiamo, pieni di paura, quando le onde ci travolgono.
Sì, al Signore importa la nostra salvezza, non dubitiamone, siamo preziosi ai suoi occhi ma non ci impedisce di crescere, di affrontare le difficoltà, di dimostrare quanto valiamo. E ci chiede, con disarmante calma: <<Perché avete paura?>>. Hai ragione, Signore, non abbiamo ancora fede, non a sufficienza. Non crediamo di potercela fare, sul serio, abbiamo poca fiducia nelle nostre capacità e nella tua presenza. Ti preghiamo allora: sostieni la nostra incredulità, aumenta la nostra fede, Signore che plachi ogni nostra tempesta!
Fonte: Il mensile “Amen – la Parola che salva
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