Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2023 – Piccole Suore della Sacra Famiglia

  1. Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
    Il brano di questa domenica riporta la testimonianza di Giovanni Battista che indica Gesù: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!
    Questo incontro avviene il giorno dopo l’interrogatorio subito dal Battista da parte dei sacerdoti e dei leviti mandati dai Giudei, che volevano verificare chi lui fosse.
    Da quanto si evince nei versetti successivi, sembra che il Battesimo di Gesù sia già avvenuto in precedenza.
    Il Battesimo di Gesù è riportato da tutti i quattro gli evangelisti. Solo Marco ne parla, però, in modo dettagliato, mentre gli altri tre lo affermano in modo velato. È chiaro, però, per tutti e quattro che Gesù abbia iniziato la sua missione proprio con il Battesimo / Vocazione.
    Giovanni Battista ricordava a molti il profeta Elia che, novecento anni prima, aveva ricondotto gli israeliti alla vera fede in Dio, purificandoli dall’idolatria. Il Battista battezza nel Giordano perché il popolo abbia un segno concreto di penitenza e di cambiamento di vita. Sa molto bene, però, che solo Cristo porterà il vero battesimo, il battesimo nello Spirito Santo. “L’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo”: Giovanni accoglie Gesù affermando che Egli è l’Agnello per eccellenza. Il titolo può alludere sia all’agnello che veniva immolato durante la
    Pasqua ebraica, come memoriale della liberazione di Israele (cfr. Esodo 12,1-28), sia al Servo di Dio, di JHWH, docile come “agnello condotto al macello”, per espiare il peccato del suo popolo (cfr. Isaia 52,13-53,13).
    Alcuni esegeti affermano che la definizione Gesù/Agnello anticipa il suo sacrificio sulla croce, secondo una lettura degli eventi fatta a ritroso, partendo dalla risurrezione.
    L’immolazione di Cristo supera la prassi che vigeva al tempio di Gerusalemme: gli Ebrei dovevano immolare degli animali per riconciliarsi con Dio. Cristo, invece, è l’unico sacrificio che, offerto al Padre, ottiene il perdono dei peccati e la riconciliazione perfetta con il Padre.
    “Toglie il peccato del mondo!”: Gesù non solo fa scomparire i peccati del popolo, ma, grazie alla sua potenza, elimina IL PECCATO, cioè mette fine al dominio del peccato stesso, al male che ci pone gli uni contro gli altri. Gesù si commuove di fronte alla sofferenza del mondo e viene a guarirla assumendola in sé e distruggendola con l’amore portato fino alle estreme conseguenze.
  2. Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”.
    Il giorno prima Giovanni Battista aveva affermato ai sacerdoti e ai leviti che “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete” (Giovanni 1,26). Ora, alla presenza di Gesù, ricorda loro di averne già parlato. Giovanni vede realizzata la sua attesa e la predicazione con cui aveva preparato la venuta del Messia.
  3. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”.
    Secondo il quarto evangelista, Giovanni Battista non conosceva Gesù, ma si pone a servizio, inizia la predicazione, comincia a battezzare per prepararne la venuta. Non vuole comparire. Lontana da lui è la presunzione di attirare a sé la folla. Consapevole della sua debolezza, addita un altro, attesta la verità, dà la vita per il suo Signore.
  4. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui.
    Giovanni Battista afferma che Gesù è l’Eletto, perché ha visto il segno dal Cielo: la colomba dello Spirito che scende e rimane in modo permanente sul Figlio di Dio. Si compie così la profezia: “Su di lui si poserà lo Spirito del Signore” (Isaia 11,2). Il fermarsi dello Spirito Santo è segno della perennità dell’elezione e della missione di Gesù.
  5. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”.
    Dicendo che Gesù battezzerà in Spirito Santo, Giovanni Battista afferma che il suo è solo un
    battesimo che prefigura quello di Cristo. Riconosce umilmente di essere solo a servizio di Colui che viene. È Gesù la sorgente che ci dona lo Spirito Santo. “Io non lo conoscevo”: per ben due volte in pochi versetti, Giovanni Battista afferma che non conosceva Gesù, nel senso che non aveva ancora compreso pienamente la sua identità più profonda.
    Per capire chi è Gesù è necessaria la rivelazione dall’Alto, è necessario che Dio stesso apra la mente e riscaldi il cuore per comprendere che Egli è il Messia, l’Eletto.
  6. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”.
    Prima Giovanni Battista afferma che ha visto lo Spirito discendere su Gesù. Ora testimonia il significato di questo fatto: Gesù è davvero il Figlio di Dio. È il Battista a proclamarlo, a differenza degli altri sinottici, che parlano della voce dal Cielo.
    Come Giovanni Battista, che proclama la figliolanza divina del Cristo, anche noi dobbiamo testimoniare che “Abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto” (1Giovanni 4,16). Dopo aver ricevuto la testimonianza e aver fatto esperienza di Dio, dobbiamo
    annunciarlo a tutti.
    Dio viene e si propone. Non si impone con la violenza della sopraffazione, né con la forza dei potenti. Viene debole, umile, pieno di amore e di perdono per insegnarci come vivere, come realizzare già qui in terra la civiltà dell’amore. Ci addita la strada della felicità, facendosi viandante con noi.
    Dio si fa piccolo, entra nella nostra storia, scende nel fango della terra per dimostrare che è vicino a noi, ai nostri dolori e alle nostre angosce. Non è il Dio inaccessibile e imperturbabile dei filosofi.
    È il Dio Incarnato, che vuole entrare in comunione con le sue creature. Per questo si fa Agnello, si immola, distrugge il male dal di dentro, senza interventi miracolistici esterni.
    Secondo la concezione degli antichi, la divinità chiede sacrifici, anche cruenti, anche di esseri umani.
    Gesù, invece, ci rivela che è Dio che sacrifica se stesso: è una rivoluzione di pensiero e di azione che cambia la storia.
    Entriamo in noi stessi e ringraziamo della dignità che abbiamo ricevuto gratuitamente dal Padre per mezzo del Figlio. Siamo abitazione, tempio dello Spirito! Con lo Spirito che riceviamo nel Battesimo, veniamo trasformati, siamo una nuova creatura.
    Appartenere al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo è la sorgente della nostra vita e della nostra gioia, che nessuno ci può togliere!

Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia


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