Credibilità, autorevolezza, autorità, autoritarismo…
Anche oggi si continua a meditare sul ruolo di Gesù come emerso ieri. Il figlio di Dio, facendosi uomo, è diventato in tutto nostro fratello. Egli, Dio, si è reso in tutto solidale con noi uomini, partecipando al dramma della nostra sofferenza e fino alla morte. Però come dice il salmista: Dio lo ha posto sopra ogni cosa. In Gesù vediamo l’uomo perfetto che si abbandona a Dio.
Egli è uomo come noi, uno di noi, della nostra carne, lo sentiamo vicino, siamo affascinati dalle sue parole. Ma infondo egli è Dio. Nel Vangelo di oggi emerge il primo intervento di Gesù dopo la chiamata dei primi quattro discepoli. “In quello tempo, nella città di Cafarnao, Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare”. Nel contesto di un’assemblea festiva, nella sinagoga di Cafarnao, Gesù si presenta come il Maestro che insegna con autorità. Qualcosa di nuovo sta capitando.
Sappiamo che la sinagoga era il luogo principale dove si insegnava. Il fatto che Gesù sia lì ad insegnare non dà nessun problema rispetto alla consuetudine dell’epoca. Eppure c’è qualcosa di diverso che l’evangelista Marco vuole sottolineare: “Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi”. Gesù non parla come gli altri. Non parla come chi ha imparato la lezione a memoria.
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Gesù parla con autorità cioè come qualcuno che crede in quello che dice e per questo dà un peso alle parole in modo completamente diverso. A tal proposito diceva il nostro professore: Sarebbe bello se, come singoli, ma anche come Chiesa, trovassimo il coraggio di domandarci se la nostra parola è una parola pronunciata con autorità o meno. Soprattutto perché quando viene a mancare l’autorevolezza ci rimane solo autoritarismo, che è un po’ come dire che quando non hai nessuna credibilità puoi essere ascoltato solo per imposizione.
Non è la voce grossa che ci ridà un posto nella società o nella cultura contemporanea, ma l’autorevolezza. Quindi siamo chiamati a conoscere Gesù per primi, in modo da trasmetterlo con autorevolezza agli atri. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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