Torniamo all’ordinario che è l’essenziale.
Ieri con il Battesimo di Gesù abbiamo concluso il tempo di Natale e oggi inizia questo nuovo percorso del tempo ordinario. Partendo dalla prima lettura, dalla lettera agli Ebrei, l’autore afferma che Gesù è la definitiva e piena rivelazione di Dio. Dice il testo: Lui che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del figlio. Per questo motivo il salmista canta: Adoriamo il Signore insieme ai suoi angeli.
Perché Egli è la manifestazione di Dio per noi e sta ormai al centro della storia. Sì, il Signore regna, esulti la terra, gioiscano le isole tutte. Nubi e tenebre lo avvolgono, giustizia e diritto sono la base del suo trono. Nel Vangelo di oggi Gesù dopo l’arresto del suo precursore, continua la missione di Giovanni con lo stesso contenuto, “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Ma anche, con lo stesso scopo nell’ultima parte del brano, chiama i primi discepoli.
L’invito alla conversione è un messaggio sempre attuale perché continua impegnare la Chiesa del nostro tempo. Infatti Santo Paolo VI disse: la Chiesa esiste per evangelizzare. La fede nasce dall’adesione a questo invito e ci consente di fare l’esperienza dell’incontro con la persona di Gesù. È Lui infatti che ci guarda in profondità e poi ci rivolge la parola, e non è il contrario. Ecco perché i primi discepoli sono chiamati a prendere una decisione di radicale cambiamento dando la loro piena adesione a questa buona notizia.
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A loro Gesù propone di condividere il suo compito di proclamare l’avvicinarsi del regno di Dio. Forse per questo l’evangelista Marco dice che la risposta dei primi discepoli non è lenta, ma immediata, a testimonianza di un cuore semplice che li caratterizza in quanto uomini semplici pescatori. Alla luce di questo Vangelo odierno, siamo chiamati come i primi discepoli a lasciare anche quello che può sembrare più importante per noi e seguire Gesù.
Ecco perché San Benedetto nella sua Regola ci ricorda sempre che nulla possiamo anteporre all’amore di Cristo. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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