FIGLI E FRATELLI NELLA GIUSTIZIA
Nella festa del Battesimo del Signore, che chiude il ciclo liturgico del Natale, vengono evidenziate la divinità di Gesù e la sua missione messianica. È l’intera Trinità che si manifesta: il Padre che invia il Figlio, il Figlio che si dona nella sua missione per la nostra salvezza, lo Spirito Santo che ci introduce in questo mistero.
Le prime parole che Gesù pronuncia nel Vangelo di Matteo le rivolge a Giovanni. Egli riceve il battesimo per «adempiere ogni giustizia». Giustizia è stare nella giusta relazione con Dio e con gli altri, cioè in una relazione filiale e fraterna. In quanto Figlio amato, Gesù obbedisce al Padre che lo costituisce – annuncia Isaìa – segno di giustizia e di alleanza per Israele e per tutti i popoli.
Singolare è però il modo con il quale egli dovrà attuare il suo compito, nella mitezza di chi non spezza una canna incrinata né spezza uno stoppino dalla fiamma smorta. Addirittura, vivrà in una radicale solidarietà con i propri fratelli peccatori, come rivela l’episodio del Giordano. Gesù, il solo giusto, si mette in coda con i peccatori per ricevere il loro stesso battesimo di penitenza e di conversione.
Immergendosi nel Giordano, s’immerge nella fraternità dei peccatori, così che la parola di compiacimento e di amore che il Padre dice su di lui possa raggiungere tutti coloro con i quali si fa solidale. Come afferma Pietro nella casa di Cornelio, Dio non fa preferenza di persone, ma desidera che tutti siano suoi figli e figlie amati. Dio, che è con Gesù, è anche con ciascuno di noi.
fr. Luca A. Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza
Fonte Edizioni San Paolo