Qual è l’elemento che contraddistingue una comunità destinata a conservarsi? La fede. Non solo quella in un dio che a volte possiamo percepire distante o che releghiamo a santuario delle nostre idee e visioni sulla realtà. Gesù è un uomo concreto, che dopo aver ricevuto il battesimo decide di darsi da fare nella vita quotidiana affinché la giustizia di Dio raggiunga i più bisognosi. La prima cosa che ritiene fondamentale per la riuscita di questa missione è assumersi il rischio di condividerla. Anche Lui, che è Dio, non può fare tutto da solo e si affida ai cuori altrui.
Questo invito continua a interpellare le donne e gli uomini che attraversano il mondo lungo lo scorrere del tempo. A prima vista la risposta sembra facile: basta dire sì o no. Natanaele ci ricorda invece come l’agire di Dio accompagni anche i più dubbiosi e restii: Natanaele appare come un uomo che, dopo numerosi sforzi, non è ancora riuscito a fidarsi di Dio e quindi ad accettare pienamente sé stesso. La sua ricerca è ancora ferma al bisogno di sentirsi accolto. Solamente dopo aver sperimentato una tale accoglienza gli risulta possibile mettersi alla sequela di Gesù.
Per ogni Filippo che si fida istintivamente c’è sempre un Natanaele che fa problemi. Il Vangelo tuttavia ci insegna che il mondo intero è sotto lo sguardo di Dio, che opera anche quando tutto sembra perduto. Perfino il nostro sorriso può divenire strumento fondamentale che consente al fratello e alla sorella incontrati lungo la strada di sentirsi riconosciuti e amati da Dio. Il cielo è già aperto… tocca ai nostri occhi riconoscerne la meraviglia e ai nostri cuori accogliere l’amore incondizionato che ne scaturisce.
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Fabrizio Barbieri
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato