Alziamo il capo: la nostra salvezza è vicina.
Il collegamento tra la prima lettura e il Vangelo di oggi è dato dalla nascita di Giovanni Battista, prefigurata nella profezia di Malachia. Infatti il profeta, a nome di Dio, afferma che la resa dei conti è imminente nel giorno del suo grande giudizio. E questo giorno sarà preceduto dall’invio di un messaggero a preparare la via davanti a lui, che il primo Testamento indentifica con Elia nella prima lettura e il secondo Testamento nel Vangelo con il Battista incaricato effettivamente di preparare la via al Signore.
Si possono individuare nel Vangelo odierno due momenti importanti: la nascita del Battista e la circoncisione, l’imposizione del nome. Ma è il secondo momento, quello dell’imposizione del nome che è più messo in risalto. Evidente, in seguito all’intervento di Dio nel progetto della nascita del Battista, il neonato riceve un nome carico di promesse, Giovanni cioè “ il Signore usa misericordia, fa grazia”. Dice il testo: “All’ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre Zaccaria.
Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”. Le dissero: “Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”. Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati”. Però qui non si capisce se erano meravigliati per la scelta del nome o per la sintonia che Elisabetta e Zaccaria avevano tra di loro.
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La seconda ipotesi è quella più probabile perché è raro trovare sintonia nelle coppie quando si tratta di scegliere il nome al neonato… Forse proprio questa sintonia è la vera causa di guarigione di Zaccaria: “All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio”. E chiaro che “Dio non si ripete nei suoi santi, non li fa in serie.
Dà loro dei nomi che segnano la loro attività, la loro missione, in un modo spesso sorprendente ed inedito. Ogni santo comunque è sempre un bene per l’umanità, inizio di rinnovamento e di progresso”. Alziamo dunque il capo: la nostra salvezza è vicina. Amen!
Monaci Benedettini Silvestrini
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