don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 11 Dicembre 2022

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Quando uno pensa a un uomo riuscito, pensa a Giovanni Battista. Gesù usa una parola bellissima per descriverlo, dice che tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Lui ma per capire bene questo paragone, per dire che Giovanni Battista non è il più grande fra nati di donna, ma in realtà il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

Dobbiamo avere davanti l’immagine di un bambino, magari questo bambino per volare non ha altri mezzi che mettersi in punta di piedi, è il massimo delle sue forze. Oppure può domandare al padre di essere preso in braccio, di essere elevato cioè a una condizione diversa delle sue forze.

Bene, Giovanni Battista raggiunge con il massimo delle sue forze, con l’innalzamento della propria umanità, è un uomo riuscito ma il Regno di Dio non è fatto da uomini riusciti ma da uomini presi in braccio dalla misericordia di Dio e elevati ad una condizione nuova.

Certo, il Vangelo di questa domenica, in questo percorso di Avvento, ci ricorda che non si può arrivare a Cristo se non passando anche attraverso Giovanni Battista cioè passando da un’umanità riuscita a un’umanità che deve spingersi al massimo. Una volta che si è spinto al massimo può essere soltanto presa in braccio da questa misericordia di Dio ed elevata a un’altezza completamente diversa.

Pensare che il cristianesimo sia semplicemente una scuola di umanità cioè pensare che il cristianesimo faccia semplicemente venir fuori degli uomini riusciti è un po’ riduttivo perché il cristianesimo non soltanto sprigiona l’immensa umanità dal cuore delle persone. A un certo punto li invita a fidarsi di una misericordia che li alza a un livello completamente diverso.

E’ la logica dell’amore che non ti chiede semplicemente di sforzarti, ma che ti dona qualcosa che da solo non riusciresti mai ad avere.

Commento del 2019.