Ci sono i profeti, camminano in mezzo a noi, pranzano con noi, pregano con noi. Difficilmente vestono pelli di cammello e non si nutrono di locuste. Spesso non sanno nemmeno loro di essere profeti, nemmeno sanno di essere portatori di Parola divina, perché Dio agisce così, utilizzando le vite di chi lo cerca e lo segue per farle splendere nella tenebra.
Ma il rischio, sempre attuale, per noi discepoli, è quello di non vederli, di non accorgerci della loro presenza, di ignorarli, di confonderli per gente un po’ stralunata, stramba, eccessivamente devota o pessimista. Dio viene nelle nostre vite, continuamente, ma abbiamo bisogno di fratelli e sorelle che ce lo indichino, che ci richiamino all’essenziale, con le loro parole e i loro gesti.
Giovanni Battista ha illuminato brevemente la scena religiosa del giudaismo per poi finire nell’oblio, sostituito da altre urgenze, da altre novità , dal tran tran quotidiano. Stiamo desti oggi, all’erta, sul pezzo, connessi. Chissà che un profeta non incroci le nostre vite indicandoci il Maestro.
Attenti, però, è il nostro sguardo, lo sguardo del cuore che solo può conoscerli.
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