Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 9 Dicembre 2022

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“Generazione senza risposte”—potrebbe essere chiamata la gente di cui parla Gesù. Questa condizione non è circoscritta nel tempo, due mila anni fa come oggi tanti potrebbero essere definiti in questo modo. È una generazione allo sbaraglio dei propri giudizi: “stanno seduti (…) e gridano”, al contrario di Maria che dopo l’incontro con l’Angelo “si alzò e andò in fretta” (cfr. Lc 1, 39).

Gesù non critica l’incapacità di leggere i segni dei tempi, ma la chiusura e l’egocentrismo che impediscono di vivere l’incontro con Gesù e quindi anche tante altre esperienze. Una persona che guarda e non vede, perché è concentrata sui propri pensieri, sentimenti e giudizi, non noterà Dio che le passa accanto. Il suo giudizio costituisce un muro tra lei e la verità.

Se leggessimo l’intero undicesimo capitolo del Vangelo secondo Matteo noteremmo che parla dei dubbi riguardo a Gesù che sorgono in diverse persone. Persino Giovanni manda i suoi discepoli per indagare se Gesù è il vero Messia. Gesù non se ne scandalizza. I dubbi, le domande, le incertezze fanno parte del cammino, vengono nel tempo, strada facendo. Ancora una volta “il tempo è superiore allo spazio”, come insegna papa Francesco. Rimanere seduti per darsi le risposte statiche e immediate non ci fa progredire e crescere.

Giovanni fa le domande, la generazione di cui parla Gesù si dà le risposte da sola. Giovanni viene appagato, la generazione senza risposte rimane immobile con i giudizi privi di qualsiasi tentativo di capire, immaturi e inutili.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

Il commento di oggi è proposto dal Centro Diocesano per le Vocazioni di Pisa