Il vangelo oggi è molto breve. Un monologo di Gesù ai discepoli di ieri e di oggi. Egli si propone come ristoro dalle fatiche del vivere ma nella misura in cui prendiamo il giogo dell’amore su di noi.
Non una legge asfittica ma un dinamismo interiore basato sul morire per rinascere. Questo è il giogo. Ma possiamo entrare in questo stile di vita se impariamo da lui l’umiltà. È solo questa che ci dà la forza di morire al nostro orgoglio, egoismo, vanagloria, autosufficienza, indifferenza, banalità…per risorgere.
Abbiamo bisogno più che mai di Ristoro in una società abbruttita e appesantita dalla mondanità e banalità. Un Ristoro fatto di pace, luce, sobrietà, eleganza, bellezza e infine umanità. Chiediamo oggi al nostro Ristoratore di servirci piatti di umiltà vera.
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Quella sua e così saremo in grado di portare il dolce peso dell’amore.
A cura di Sr Palmarita Guida della Fraternità Vincenziana Tiberiade