Meditazione di don Francesco Pedrazzi – PRIMO MISTERO DELLA GIOIA: l’ANNUNCIAZIONE

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IMITARE MARIA ABBANDONANDOCI SENZA RISERVE NELLA MANI DEL PADRE PER RIPARARE CON I NOSTRI I NO DEI PECCATORI  

38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. 

L’ultimo versetto del racconto è anche il suo punto più alto. Tante volte abbiamo ascoltato queste parole, ma sarebbe bello lasciarsi ogni volta stupire da un fatto incredibile: l’Onnipotente, il Creatore dell’Universo, il Dio Infinito ed Eterno si fa “mendicante” presso una sua creatura. Le chiede un “sì”, senza il quale non può compiere il suo piano di salvezza. I Cieli si erano chiusi per il “no” di Eva ed ora possono aprirsi grazie al “sì” di Maria.  

C’è un testo celebre di san Bernardo che fa capire come quel piccolo “sì” è lo spartiacque della storia

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«Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L’angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Ecco che ti viene offerto il prezzo della nostra salvezza: se tu acconsenti, saremo subito liberati. Noi tutti fummo creati nel Verbo eterno di Dio, ma ora siamo soggetti alla morte: per la tua breve risposta dobbiamo essere rinnovati e richiamati in vita.  

Te ne supplica in pianto, Vergine pia… Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.  

O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna. Perché tardi? perché temi? Credi all’opera del Signore, da’ il tuo assenso ad essa, accoglila…  

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Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta…. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.  “Eccomi”, dice, “sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto (Lc 1, 38)». (Omelie sulla Madonna 4, 8-9)            

Nell’istante stesso in cui Maria pronunciò il suo “sì”, “il Verbo si fece carne e fisso la sua dimora in mezzo a noi.  

«Fiat mihi secundum Verbum tuum» 

Meditiamo le parole di Maria: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». In latino: «Fiat mihi secundum Verbum tuum», da cui l’espressione abbreviata “fiat”, per dire l’assenso pieno di Maria alla volontà di Dio. La grandezza di Maria è tutta qui, perché «ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto», per richiamare le parole di Elisabetta (Lc 1,45). Lo stesso Gesù lascia intendere ciò che poi affermeranno chiaramente molti dottori della Chiesa: Maria è beata per la sua fede, per aver ascoltato e messo in pratico la Parola di Dio, prima ancora che per aver portato in grembo il Salvatore e averlo allattato («Una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma Gesù disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”»: Lc 11,27-28).  È tutta qui anche la grandezza nostra, la grandezza dei discepoli di Gesù! È nel nostro “fiat”, nell’adesione alla volontà di Dio fatta non solo di parole e di pie intenzioni, ma di una continua fedeltà a quella che sappiamo essere la sua volontà. 

Noi tutti siamo invitati a entrare nel “sì” di Maria che “ripara” il “no” di Eva. Il “sì” di Maria che è in realtà quello di Cristo, come scrive san Paolo: «Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, non fu “sì” e “no”, ma in lui vi fu soltanto il “sì”» (2 Cor 1,19). Maria può aderire alla volontà di Dio perché ricolma dello Spirito Santo e del Verbo della vita. In lei dimorava spiritualmente il Verbo della Vita prima di dimorarvi corporalmente.    

Qui comprendiamo in che cosa consista anche la nostra “riparazione”, la riparazione che ci chiede la Madonna di Fatima. Ogni nostro “sì” alla volontà di Dio “ripara” al “no” di un fratello.  Nel dinamismo della comunione dei santi,  ogni atto d’amore ripara a un atto di disamore: 

ogni obbedienza a una disobbedienza,  ogni croce accettata con fiducia ripara a una croce rifiutata con ribellione,  ogni atto di adorazione ripara a un atto di oltraggio,  ogni lode a Dio ripara una bestemmia, ogni volta che evitiamo di dire una parola cattiva per amore di Dio, ripariamo a una parola cattiva pronunciata contro un fratello, ogni volta che rinunciamo a qualcosa di gradevole per fortificare la nostra volontà e per essere più uniti a Dio, ripariamo a chi è incatenato da un vizio e non sa più dominare se stesso, ogni volta che dinanzi a una grave malattia ci uniamo spiritualmente al Crocifisso e diciamo: “Avvenga di me secondo la tua Parola”, ripariamo per coloro che dinanzi a una malattia bestemmiano Dio e si inaspriscono con i fratelli.

Ogni volta che di fronte ad avvenimenti della nostra vita che non vanno secondo i nostri piani, lasciamo salire dal profondo del nostro cuore un sincero «Fiat! Mi fido, Padre, anche se sto attraversando una valle oscura perché tu sei come me!», possiamo esserne certi: stiamo riparando per coloro che si sentono oppressi, angosciati, senza speranza! 

 “Riparare” alle offese ai Cuori di Gesù e di Maria non significa altro che prendere parte alla loro opera di redenzione, sapendo che dovremmo essere lieti di soffrire qualcosa per amore di Cristo, perché così facendo la nostra vita diviene in Lui uno strumento di salvezza, realizzando quanto scriveva san Paolo

«Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). 

La Madonna dell’Annunciazione ci insegna che cosa vuol dire avere fede in Dio. Vuol dire scegliere di abbandonarsi al Padre senza riserve. Essere pronti a dargli TUTTO, come la povera vedova del Vangelo; come fa un servo con il padrone, ma con libertà, gioia e amore; come fa un figlioletto che si fida ciecamente del padre… e non è un caso che Gesù ci abbia insegnato di pregare dicendo: «Padre, sia fatta la tua volontà!».  

Tutto questo è espresso in modo sublime in una preghiera del beato Charles de Foucauld. Chiediamo alla Madonna la grazia di fare nostre queste sue parole, di abbandonarci nelle mani del Padre, a imitazione di Gesù nostro Signore e per mezzo dello Spirito Santo: 

Padre mio, io mi abbandono a te,
fa di me ciò che ti piace. 

Qualunque cosa tu faccia di me Ti ringrazio. 

Sono pronto a tutto, accetto tutto. 

La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. 

Non desidero altro, mio Dio. 

Affido l’anima mia alle tue mani
Te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi
di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre.