Mons. Costantino Di Bruno – Commento al Vangelo del 14 Novembre 2022

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LUNEDÌ 14  NOVEMBRE – TRENTATREESIMA  SETTIMANA T. O. [C]

Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

È cosa giusta chiedersi: c’è una qualche differenza tra questi molti che rimproverano il cieco perché taccia e quanti oggi nella Chiesa vogliono che non si predichi Cristo Gesù al mondo? Possiamo dire che non vi è nessuna differenza. Quanti rimproverano il cieco perché taccia non credono in Cristo. Non hanno fede in Lui. Camminano solo fisicamente dietro di Lui perché si stanno recando a Gerusalemme per la festa della Pasqua. Non avendo vera fede in Cristo Gesù, neanche hanno vero amore per gli uomini.

Perché non hanno vero amore per gli uomini? Cosa vi è più grande del recupero della vista per un cieco? Eppure costoro vogliono che quest’uomo rimanga cieco per tutti i giorni della sua vita. Di certo questo non è vero amore. Ma neanche fede in Dio, fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, essi hanno. Perché non hanno fede nel loro Dio? Perché il loro Dio nella sua Legge vuole che non si pongano ostacoli dinanzi ad un cieco. C’è ostacolo più grande del farlo rimanere cieco per tutta la vita?

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Chi ama il Signore vuole ciò che il Signore vuole: “Non maledirai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore” (Lv 19,14). Quanti oggi, con sofisticate, artificiose, diaboliche teorie religiose e antropologiche o di qualsiasi altra natura, non vogliono che si predichi Cristo, non vogliono che si inviti perché ci si converta nel Vangelo di Cristo, quanti disprezzano il Battessimo, quanti predicano un loro particolare Vangelo, di certo non credono in Cristo Gesù, perché non credono nella sua Parola. Non credendo in Cristo Gesù, neanche nel vero Dio credono, perché il vero Dio è il Padre del Signore nostro Gesù Cristo.

Ma se non credono nel vero Cristo sono senza il conforto dello Spirito Santo ed è questo il motivo per cui dalla loro bocca escono questi oracoli di peccato, di falsità, di menzogna.  Senza la vera fede in Cristo, mai si potrà possedere il vero amore. Infatti quale amore vi è per gli uomini, sapendo che sono ciechi nello spirito, sordi nello spirito, morti nell’anima alla grazia di Dio, privi di ogni forza per compiere il vero bene, e li abbandonano a questa miseria spirituale con il rischio che divenga miseria eterna? È difficile semplicemente pensare che questi tali che non amano Cristo Gesù, perché non credono in Lui, possano avere per gli uomini il vero amore, quello che il Padre ha versato nei loro cuori per mezzo dello Spirito Santo.

Non possiedono questo amore perché sono senza la purissima fede in Cristo Gesù, purissima fede nella sua Parola. Costoro possono anche dire di amare gli uomini, ma il loro amore è in tutto simile all’amore di quegli uomini che passavano davanti alla porta Bella del tempio e davano all’uomo che era storpio fin dalla nascita qualche spicciolo. Ma quell’uomo rimaneva sempre storpio.

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Non poteva camminare. Un giorno passò da quella porta l’Apostolo Pietro, con Giovanni, e Pietro lo amò con l’amore di Cristo Gesù. Gli diede l’uso delle gambe per tutti i giorni della sua vita. Noi diamo spiccioli, non il vero amore. Non diamo il vero amore, perché non diamo Cristo Gesù .

LEGGIAMO IL TESTO DI Lc 18,35-43

Come il cieco non si lascia per nulla intimidire da coloro che vogliono che lui taccia, così quanti ancora credono con fede vera e convinta, con convinzione di Spirito Santo, mai si devono lasciare intimidire da coloro che né credono in Cristo e né lo amano e con voce sempre più forte devono annunciare Cristo, predicare Cristo, insegnare Cristo, dire Cisto, professare Cristo, confessare Cristo, con ogni parola di sapienza e di dottrina.

Se costoro si lasciano intimidire da quanti né credono e né amano Cristo, attestano che la loro fede è inefficace, vana, nulla, senza alcuna forza. È una fede, qualora dovesse esistere, che è morta sia per la persona che dice di possederla e sia per le altre persone con le quali entra in relazione. Una fede morta non produce alcun frutto di vita eterna, né per noi e né per gli altri. Se la fede non viene comunicata, non viene insegnata, non viene predicata, non viene data al mondo intero, essa è morta in noi.

Poiché la fede viva è Cristo che vive in noi, Cristo quando veramente, realmente, essenzialmente vive in noi, diviene nostro pensiero, nostra parola, nostra azione, nostra scienza, nostra sapienza, nostra volontà, nostro desiderio, nostro cuore. Ora può la Parola di Cristo non parlare di Cristo? Può la volontà di Cristo non annunciare il mistero di Cristo? Può il cuore di Cristo non amare con il cuore del Padre? Può Cristo che vive in noi non compiere la missione di redenzione e di salvezza?

Se Lui non parla, non dice, non annuncia il suo mistero, se non dona la sua luce è segno che Lui è morto dentro di noi. La Madre di Gesù venga e risusciti Cristo nel cuore dei cristiani. Solo il Cristo vivo in essi si trasformerà in parola che annuncia Cristo e chiede la conversione in Lui.

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