Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 13 Novembre 2022

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Gesù prosepetta ai suoi discepoli un orizzonte cupo: del tempio non rimarrà pietra su pietra, vi saranno guerre e rivoluzioni, gli elementi naturali si scateneranno in terremoti, pestilenze e carestie, e—dulcis in fundo—chi si professa cristiano sarà emarginato e perseguitato perfino dai propri familiari.

Esaminando queste profezie ad una ad una si comprende come il discepolo di Cristo debba essere pronto a mettere da parte il sogno di una vita tranquilla e stabile. Il tempio (con tutte le sue istituzioni e liturgie) può crollare, la natura può scatenare eventi mortiferi, gli uomini possono rincarare la dose facendosi la guerra, addirittura la più rassicurante delle realtà umane, la famiglia, può rivelarsi causa di incomprensione e sofferenza. Del resto, potrebbero aspirare a stabilità e sicurezza i discepoli di un maestro che non ha una pietra dove posare il capo?

Quando Luca scrive il suo Vangelo il Tempio di Gerusalemme è stato distrutto e le persecuzioni dei cristiani sono attive in vari luoghi dell’Impero. Le comunità cristiane vivono nella paura e quotidianamente vedono ingrossare la candida schiera dei martiri. Oggi come allora e come nel corso di tutta la storia, anche se in modi diversi, l’umanità percepisce la propria vulnerabilità: ne stiamo facendo esperienza anche in questo tempo.

Il Signore mentre ci fa capire che sarebbe inutile e sbagliato aspettare dalla fede la garanzia di un quieto vivere, ci dà un prontuario per i tempi difficili: non dare retta a falsi profeti e santoni che pretendono di indicare uscite di sicurezza, non cadere preda del terrore anche di fronte alla violenza e alla morte, non cercare di difendersi dal male con risorse proprie, ma affidare a Dio la propria difesa di fronte agli accusatori, e anzi, usare la persecuzione come occasione di testimonianza, rimanendo perseveranti nella prova.

FONTE: Ascolta e Medita – Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi

I commenti di questo mese sono curati da Luisa Prodi