1° Lettura
Premesse:
– siamo ormai al termine dell’anno liturgico
e la fine dell’anno
è simbolo della fine della vita,
di una storia,
del mondo.
– Chi sta scrivendo è un ebreo,
con la mentalità e cultura ebraica,
propria di chi pensava di essere
“il popolo eletto di Dio”
mentre tutti gli altri popoli,
specialmente quelli che avevano creato ostacoli
e messo in difficoltà il popolo eletto,
erano “nemici” del popolo
e di conseguenza anche di Dio.
L’ebreo era convinto che Dio fosse
il Dio solo di loro,
mentre gli altri popoli:
Egiziani, Filistei, Amorrei,
Assiri, Babilonesi, Persiani, ecc…
avessero le loro divinità,
che parteggiavano per i loro beniamini.
Pertanto lo scrittore Ebreo
vede tutti i popoli non ebrei (pagani)
come “nemici” da annientare.
– Il profeta Malachia
vive nel VI sec. a.C.
e fa parte degli esiliati a Babilonia
ritornati in patria.
Al ritorno trovano la distruzione totale
dei villaggi e delle città,
le campagne in preda a sciacalli
e animali randagi,
i nemici si sono fatti forti nel frattempo
e Dio sembra non riuscire a porre
un limite, un freno alle scorrerie
di queste bande armate
– Il Profeta per incoraggiare il suo popolo
fa una profezia:
“Sta per venire il giorno rovente come un forno”
il Signore ha deciso di intervenire
per difendere i giusti e
colpire i malvagi,
sta per inviare un diluvio di fuoco…
e coloro che commettono ingiustizie
saranno bruciati come paglia.
Cosa significano queste immagini
terribili attribuite a Dio?
Di questi cataclismi se ne parla non solo nell’A.T. ma pure in tutta la letteratura apocalittica
anche al tempo di Gesù
e presso altre culture;
sono immagini molto colorite
e vanno lette e interpretate
alla luce della cultura del tempo.
– Si parla spesso di “ira di Dio”
di “vendetta di Dio”
ma non hanno il medesimo significato
che attribuiamo noi a queste parole,
stanno a significare piuttosto
la passione del Signore per il suo popolo.
N.B. Sta sempre parlando un ebreo…
Anche quando si parla di “fuoco”
non ha il senso della distruzione
ma di purificazione dalla malvagità.
– Alla luce della Pasqua di Gesù
oggi possiamo rileggere più chiaramente
questa pagina di Malachia:
il sole di giustizia è Gesù,
il giorno rovente come un forno
è la sua morte e risurrezione,
il fuoco che distruggerà il male
è lo Spirito di Dio
il mondo nuovo è il Regno di Dio.
– Collegamento con il Vangelo
è dato dal genere letterario apocalittico
in cui vanno lette queste due pagine,
anche se scritte in tempi diversi
ma che parlano di una fine, di un termine….
VANGELO
– Quando Luca scrive il suo Vangelo
verso l’80 d.C.
stavano succedendo ed era già storia vissuta:
la fine di Gerusalemme,
rivoluzioni politiche, catastrofi,
guerre e violenze contro i cristiani…
Gesù aveva già previsto tutto
e i suoi lo sapevano…
dovevano ricordare.
Non aveva dato indicazioni precise,
non vuole fare il mago o l’indovino,
quanto piuttosto preparare i suoi
al futuro incerto che li aspetta;
perché conosce la cattiveria umana..
e anche i discepoli
dovranno vivere questa realtà,
non li sta sottraendo
per creare per loro un mondo
più bello altrove.
I cristiani comunque
non devono confondere:
i sogni con la realtà,
le chiacchiere con la sua Parola,
i falsi profeti con i veri,
il bene con il male…
– Il compito dei cristiani in questo tempo,
se vogliono venirne fuori (salvarsi):
devono non avere paura,
evitare i guai se possono;
tener presente che:
queste cose sono sempre successe,
non sono un castigo di Dio,
i guai ce li procuriamo da soli;
devono dare testimonianza di fede:
rimanere in attesa del suo ritorno;
continuare a perseverare
nel bene e a credere,
anche se possono talvolta avere l’impressione che Dio sia assente…
– Ma allora quel è la differenza
tra un credente e chi non crede…
visto che viviamo le medesime realtà
anche tristi e problematiche?
Perché dovremmo credere
se abbiamo l’impressione che sia inutile
e la realtà quotidiana rimarrà difficile
in ogni caso?
Per chi non crede
le cose cambiano in meglio
per il fatto di non credere ?
Ma quale sarebbe il vantaggio per i credenti ?
Sapere che Qualcuno (Gesù)
ce ne ha già parlato,
sapere che non siamo dei naufraghi
abbandonati da Dio,
sapere che anche se va tutto male
e succedono cose terribili:
un terremoto, una violenza, una guerra,
un aereo che si inabissa con 66 persone a bordo,
una politica disastrosa e antiumana,
malattie e violenze
e la povertà sempre a fianco…
non sono castighi di Dio,
ma segni di un Dio che sta a nostro fianco
e tenta di cambiare in meglio le cose…
mentre l’ignoranza e l’egoismo di pochi
o di molti ostacolano l’intervento di Dio.
Es. dov’era Dio quando…
venivano cremati milioni di Ebrei,
o quando vennero abbattute
le due torri a New York ?
Dov’era nei giorni dei massacri
delle popolazioni dell’Ex Jugoslavia?
Dov’è Dio nelle periferie
delle nostre violente città in preda
alla delinquenza, alla droga, alla malavita?
Dov’era Dio quando Presidenti
e Direttori di Banche rubando
mettevano sul lastrico
migliaia di piccoli risparmiatori?
Ma se lo abbiamo messo fuori:
dalla nostra vita,
dalla società,
dalla famiglia,
dalla politica,
dall’economia,
dalla scuola,
dall’educazione dei figli…
e ora ci lamentiamo, chiedendoci:
“ma dov’era Dio…?
Dio l’abbiamo messo fuori dalla porta,
gli abbiamo chiesto
di starsene fuori dalla nostra vita,
dalla nostra famiglia,
dalle Banche…
e oggi queste non hanno più
alcuna morale e nessun rispetto
per le persone che hanno ingannato…
Abbiamo messo Dio fuori dalla Scuola
e poi ci lamentiamo che la Scuola non educa,
che i nostri ragazzi praticano la violenza,
lo stalking,
si buttano dalle finestre degli alberghi
e sotto i treni…?
Come ne usciamo da queste tragedie
se non ricuperando Dio e la sua Parola;
se non reinserendo alcuni valori fondamentali
della vita umana e civile:
il rispetto, la solidarietà, la verità,
il valore di ogni vita umana…?