p. Alessandro Cortesi op – Commento al Vangelo di domenica 13 Novembre 2022

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Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno. (…) Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia. Malachia, nell’ultimo capitolo del suo libro profetico, presenta l’attesa di un ‘giorno del Signore’, che giungerà con il venire insieme di un messaggero che deve preparare la via, indicato in Elia.

Nel giorno del Signore si compirà un giudizio: nessuno può sfuggire e in quel momento la speranza di giustizia e di pace presente nei cuori dei poveri troverà risposta. Malachia descrive questo giorno con immagini forti, di fuoco che brucia e paglia che si consuma. In contrasto con questa scena di fuoco, sta la gioia di coloro che sono indicato come ‘cultori del nome di Dio’: per esso ‘sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla’ (Mal 3,20).

Il rinvio al giorno del Signore è sfondo su cui leggere la parola di Gesù a Gerusalemme, nell’area del tempio: ‘Verranno giorni in cui dui tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutta” (Lc 21,6). E gli chiedono: ‘quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” (Lc 21,7). Di fronte a questo interrogare ed alla ricerca di segni, ancora una volta Gesù presenta l’esigenza di superare le false domande ed una ricerca di segni per poter dominare il futuro.

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Invita invece ad una diversa attitudine nel presente, a vivere la vigilanza, ad assumere responsabilità nel tempo attuando scelte in fedeltà alla sua parola. Tutti i motivi di prova e di persecuzione saranno occasione di rendere testimonianza e di scoprire la presenza dello Spirito che agisce nei cuori.

Questa pagina richiama l’evento drammatico della distruzione del tempio compiuta dalle armate romane nell’anno 70. La comunità in cui Luca scrive il suo vangelo ricordava le parole di Gesù: ‘Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. “Non è subito la fine… io vi darò parola e sapienza… nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto”. Anche se tutto attorno verrà meno, anche se ogni costruzione umana e religiosa verrà distrutta, rimane il volto unico di ogni uomo e donna e neppure un capello del capo andrà perduto. Nel disegno di Dio non sarà perduto nulla della vita, anche il più piccolo frammento: Gesù testimonia un volto di Dio alla ricerca dell’uomo.

Nessun volto andrà perduto. Nel cadere di ogni elemento di grandezza e di riferimento l’invito è di scorgere i germogli di una novità di vita che è già iniziata e un nuovo mondo sta nascendo. E’ da scorgere, è da dargli spazio nella contraddizione e nella fatica di un doloroso travaglio. Gesù invita quindi a vivere sin d’ora tutto ciò che fa crescere il regno di Dio, secondo quanto egli ha vissuto: “io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”. Sin d’ora il regno cresce in ogni scelta e in ogni atteggiamento di affidamento all’opera dello Spirito e di testimonianza di Gesù. Sta qui la fiducia del credente che fonda il suo impegno quotidiano nel tempo sulle parole: “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.

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Fonte: il sito di don Alessandro Cortesi


p. Alessandro Cortesi op

Sono un frate domenicano. Docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ‘santa Caterina da Siena’ a Firenze. Direttore del Centro Espaces ‘Giorgio La Pira’ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira – Firenze.