Commento al Vangelo di domenica 20 maggio 2012 – padre Bruno Secondin

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Nella Solennità dell’Ascensione del Signore, la liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui Gesù invita i discepoli ad andare in tutto il mondo per proclamare il Vangelo a ogni creatura. “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”. Dopo queste parole, i discepoli vedono Gesù ascendere in cielo: 

“Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del carmelitano, padre Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale alla Pontificia Università Gregoriana:

L’ascensione di Gesù non è raccontata da Marco per sottolineare la nostalgia del Maestro, ma per mostrare come si trovano i discepoli dopo che Gesù ha concluso la sua presenza diretta fra loro. Hanno davanti il mondo intero, e devono proclamare il Vangelo a tutti. Un compito immenso, che spaventava quel gruppetto di discepoli senza tanta competenza, se non un’esperienza intensa di tre anni col Maestro, conclusa con la tragedia della sua morte in croce. Quei pochi incontri con Gesù risorto, per quanto suggestivi, potevano bastare per farli audaci predicatori nel mondo intero? Nell’affidare un compito così difficile, Gesù parla di segni che accompagneranno la predicazione: simili a quelli che essi hanno visto già presenti nell’attività di Gesù. Ma non sono l’essenza, solo contorno, quasi provocazione per l’attenzione. Saranno servitori della Parola e la gente dovrà credere alla Parola. Solo questa è fonte di salvezza vera e decisiva: chi l’accoglierà e ad essa si affiderà sarà salvo. Proprio in questa Parola viva ed efficace Gesù continuerà ad essere protagonista con i missionari, Vangelo annunciato e sua stessa efficacia. Non facciamo sfoggio dei segni, ma riconosciamo il Signore con noi e saremo salvi.

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