don Pasquale Giordano โ€“ Commento al Vangelo del 6 Novembre 2022

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Il vangelo di questa domenica ci aiuta a riflettere non tanto sulle cose ultime della vita ma sul suo principio inteso come fondamento e sorgente. Lโ€™insegnamento di Gesรน รจ la risposta ai sadducei che gli pongono una questione circa la risurrezione. Quello che puรฒ sembrare un caso da trattare in unโ€™accademia teologica, in realtร  si rivela come una questione dalla quale dipendono le scelte fondamentali della vita e quindi, in ultima analisi, la qualitร  della vita stessa. 

Nella comunitร  ebraica si fronteggiavano due gruppi che riguardo alla risurrezione erano su posizioni diverse ma nello stesso orizzonte puramente terreno. Infatti, i sadducei erano i ricchi membri della classe sacerdotale ai quali non mancava nulla. La loro condizione di agiatezza economica li induceva a considerare โ€œvitaโ€ benedetta quella vissuta in questo mondo, anche se riconoscevano che con la morte tutto veniva perso per scendere in una zona tenebrosa chiamata Sheol.

I farisei, invece, che credevano nella risurrezione dai morti, consideravano la morte come lโ€™inizio del tempo futuro visto perรฒ come una riedizione aggiornata e migliorata del tempo passato. I farisei consideravano la morte come lโ€™atto finale della vita in seguito al quale Dio avrebbe ricompensato i giusti, centuplicando i beni e il loro godimento, e avrebbe punito i malvagi condannandoli al dolore eterno della solitudine.

Infatti, nella prima lettura i sette fratelli, martiri della fede, muoiono consapevoli del fatto che la fedeltร  allโ€™alleanza indurrร  Dio a restituire loro quella vita che i despoti sembrano rubare. Dunque, la risurrezione รจ per loro il momento nel quale Dio avrebbe restituito la vita dopo il dramma della morte violenta anche se patita per amore alla Legge.

I sadducei, per dimostrare lโ€™infondatezza di questa credenza, citano la norma della legge di Mosรจ che riconosce allโ€™uomo il diritto inalienabile ad avere una discendenza che gli possa garantire il ricordo dopo la morte. Se un uomo fosse morto senza figli, il fratello avrebbe dovuto sposare sua cognata per riscattarlo dalla maledizione della sterilitร . Successivamente, passano a presentare il caso di sette fratelli che muoiono tutti senza generare un figlio.

La legge รจ stata applicata senza raggiungere il fine sperato. Poichรฉ, in virtรน della legge, la donna รจ stata presa in moglie da tutti e sette i fratelli, si pone la questione di chi sarร  moglie nella risurrezione. La domanda, chiaramente tendenziosa, vuole affermare, attraverso un paradosso, che non cโ€™รจ nessuna forma di vita dopo la morte, e che la speranza si concentra nellโ€™appagamento dei desideri mondani.

La visione di Gesรน รจ totalmente diversa perchรฉ il perimetro del suo ragionamento non รจ quello del godimento dei beni terreni, ma il suo orizzonte si apre fino ad abbracciare il Cielo. 

Se รจ vero che siamo tutti figli di questo mondo che โ€œprendonoโ€ รจ altrettanto vero che siamo chiamati da Dio, come i patriarchi, ad appartenergli come figli suoi. 

Gesรน istituisce un paragone tra i figli di questo mondo e quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti. I primi si sposano per avere dei figli e โ€œnon morireโ€ i secondi invece non si sposano perchรฉ โ€“ dice Gesรน โ€“ non possono piรน morire in quanto non appartengono piรน a questo mondo ma a Dio, il vivente. 

I figli di questo mondo si aspettano da esso ciรฒ che gli serve per vivere. La logica mondana รจ quella del prendere ciรฒ che serve, usare quello che piace perchรฉ รจ utile e gratifica. Il mondo non dร  la vita ma la morte, cioรจ rende sterili. La morte, quale termine della vita, rivela la infeconditร  di chi ha vissuto preoccupandosi solo di sรฉ, usandola, sfruttandola, spremendola, ma non vivendola.

Per chi interpreta tale logica, il futuro non ha senso come non ce lโ€™ha la domanda che i sadducei pongono a Gesรน. La risurrezione, infatti, non รจ il tempo della restituzione e del venire in possesso definitivo di quello che nella vita terrena รจ stato perso perchรฉ sottratto. Avevano ragione i Sadducei a sottolineare la falsa speranza della risurrezione intesa come tempo del possesso. 

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Ai figli di questo mondo Gesรน oppone i figli di Dio, degni della vita futura e della risurrezione dai morti. La risurrezione รจ la vita futura, cioรจ la vita nuova intesa come vivere definitivamente da figli di Dio. La risurrezione รจ vivere come e in Dio. 

Dio non restituisce la vita dopo la morte, ma prima della morte dona la Sua vita perchรฉ, attraversata la morte, non torniamo piรน indietro ma viviamo senza la possibilitร  di morire ancora, ma di vivere per Lui.

Chi sono i figli degni della vita futura? Sono coloro che vivono in questo mondo non usando la logica di questo mondo ma vivendolo come lo spazio e il tempo dellโ€™esodo. 

I figli di Dio sono come i patriarchi, Abramo, Isacco e Giacobbe, che in compagnia della Parola di Dio si sono messi in cammino non per possedere una terra, ma per entrarvi e abitarla. Lโ€™esodo รจ diverso dallโ€™evasione perchรฉ questโ€™ultima รจ uscire da โ€“ ovvero โ€“ essere liberati da una situazione dolorosa e scomoda, mentre lโ€™esodo รจ uscire verso lโ€™altro. 

Lโ€™immagine del cammino รจ la cifra rivelativa dello stile di vita che lโ€™uomo sceglie di assumere. Vive chi si mette in cammino verso lโ€™altro sapendo che lโ€™incontro sarร  pieno e definitivo nella comunione attraversando la morte. Questo ci appare piรน chiaro se ritorniamo allโ€™esempio della vita coniugale, modello di ogni altra relazione dโ€™amore. Ciascuno dei coniugi รจ chiamato a vivere la vita matrimoniale non come un โ€œprendereโ€, possedere, controllare, usare, sfruttare rimanendo fermo, sempre uguale a se stesso, pretendendo che lโ€™altro si adatti a lui.

I figli di Dio affrontano il duro e faticoso cammino dellโ€™esodo verso lโ€™altro, che รจ presenza di Dio. Uscire da sรฉ, per andare incontro allโ€™altro, significa camminare secondo lo Spirito verso la piena comunione con Dio e con i fratelli. Come lโ€™esodo si compie con lโ€™ingresso nella terra promessa per abitarla, cosรฌ la vita futura ovvero la risurrezione รจ compiuta quando si vive totalmente in Dio. 

Chi vive in questo mondo per questo mondo finirร  anche con questo mondo destinato a terminare con la morte. Chi vive in questo mondo per Dio non teme la morte perchรฉ essa non รจ la fine di tutto ma, nel cammino dellโ€™esodo, รจ il passaggio necessario per muovere lโ€™ultimo passo incontro a Cristo e vivere sempre con Lui e in Lui. 

I figli di Dio sono in questo tempo seme dโ€™eternitร 

La risurrezione รจ una realtร  che non si puรฒ comprendere teoricamente ma solamente a partire dallโ€™esperienza. Cosรฌ di Dio non si puรฒ parlare in astratto ma solo nellโ€™ambito di una relazione viva. 

La differenza tra Gesรน e i suoi interlocutori consiste nellโ€™ampiezza dellโ€™orizzonte mentale e nella profonditร  dello sguardo sulla vita. I sadducei raccoglievano le loro speranze allโ€™interno dei confini della vita biologica che finisce con la morte, mentre Gesรน contempla il mondo che abita come contenuto nellโ€™abbraccio universale del Padre. 

La visione che Gesรน ha della vita, e che annuncia nel suo vangelo, รจ ispirata dal rapporto che ha con il Padre dal quale tutto riceve gratuitamente e al quale tutto si offre con riconoscenza. Questa relazione fa della vita non semplicemente un tempo nel quale prendere e dare qualcosa, produrre, guadagnare, soddisfare, godere, ma รจ fatta di innumerevoli occasioni per avvicinarsi, ascoltarsi, incontrarsi, prendersi cura, aiutarsi fraternamente, condividere.  

La vita vissuta nellโ€™amore non rimpiange il passato e non teme il futuro ma nel presente sceglie di appartenere non alle cose che passano ma a Colui che ama da sempre e per sempre. I viventi sono quelli che vivono di Dio e per Dio e dopo la morte continuano a vivere in Dio. Essi si lasciano educare dal Signore durante il cammino della loro vita terrena. Anche se nelle difficoltร  cedono per la loro fragilitร , Dio non li abbandona, ma li risolleva per condurli alla vera pace. 

Ogni volta che, risollevati da Dio, lasciamo a terra quello che ci ha fatto cadere e che intralcia il cammino di vita nuova, tra le pietre bagnate di sudore e di sangue germoglia e fiorisce la risurrezione. Nella visione di Gesรน non cโ€™รจ solamente questa vita e lโ€™altra vita ma in questa vita cโ€™รจ la vita altra. Figli di Dio sono tali quando spostano il loro baricentro dal proprio io al noi della relazione e considerano gli altri non alla stregua dei beni di consumo da usare ma persone da amare. รˆ giudicato degno della vita futura chi vive il presente da figlio di Dio e non da figlio di questo mondo. Quando il vangelo della caritร  diventa stile di vita ordinario si pianta nel tempo presente il seme dellโ€™eternitร .

Leggi la preghiera della domenica.

Commento a cura di don Pasquale Giordano

Fonte โ€“ Mater Ecclesiae Bernalda
La parrocchia Mater Ecclesiae รจ stata fondata il 2 luglio 1968 dallโ€™Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirร  ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di etร โ€ฆ [Continua sul sito]