Resurrezione.
E’ il tema delle letture odierne.
Ci sono i sadducei, nel Vangelo, che la negano e, a supporto della loro tesi, raccontano a Gesu’ la storiella della “ vedova ammazzamariti “ per sapere di quale dei sette fratelli che ha avuto per marito sarà moglie al momento della “ fantomatica risurrezione “.
Ci sono poi i sette fratelli di cui parla la prima lettura che, nella speranza, che, per i cristiani, equivale a certezza, della Resurrezione, non esitano a farsi uccidere dal re pur di non trasgredire le leggi imposte dalla loro religione di non cibarsi di carni suine.
Questi sette fratelli sono i testimoni di cosa sia la Resurrezione.
Risorgere significa ESSERE ETERNI ( non immortali )
Chi ha la certezza, derivante dalla fede, che è fatto per l’Eternità, non baratta quest’ultima con qualche anno in piu’ sulla terra ed è pronto, pur di non tradire Dio, anche a farsi ammazzare.
Forti di questa certezza i sette fratelli, nel momento del loro martirio, possono, con dignità, rispondere: “ Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna; dal cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché spero di riaverle di nuovo; è preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati, ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita “.
Gesu’, nel Vangelo, rende ancora piu’ chiaro il concetto e, in risposta ai sadducei, dice: I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dei morti non prendono né moglie né marito: infatti non possono piu’ morire perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della Risurrezione, sono figli di Dio “.
Siamo fatti per l’Eternità, ci dice Cristo.
Essa è offerta a tutti ma…la si puo’ rifiutare.
Risorgeranno, infatti, come dice Cristo, non tutti ma “ quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dei morti “.
E su cosa si basa questo “ giudizio di degnità “?
Sull’amore e sulla fede.
Se nella tua vita ami, e, pertanto, servi, nella certezza che a questo è chiamato un figlio di Dio, sei DEGNO della vita futura che sarà un continuo, ancora piu’ bello, di quella che già hai vissuto nel presente.
Viceversa, se non ami e credi che la vita Eterna sia qualcosa che “ appartenga all’aldilà “, di cui potrai iniziare ad occuparti dopo la morte, sei in grave errore.
Il nostro Dio è Dio dei vivi, non dei morti, come ci dice il testo odierno.
Se, quindi, “ stai vivendo da vivo “ su questa terra, servendo, sei VIVO e l’Eternità è in te.
Se, al contrario, non stai facendo fluire vita, amore, relazione, ma stai creando distanza, divisione, stai attento perché “ stai vivendo da morto “ e stai rifiutando l’Eternità.
Sei ancora in tempo per convertirti alla vita.
Buona Domenica e buon riflessione a tutti.
A cura di Fabrizio Morello
Foto: mia.