Servizio della Parola – Commento al Vangelo del 6 Novembre 2022

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La prima lettura ci ricorda che la fede nella risurrezione si radica nella fede nel Dio Creatore, che non abbandona la propria creatura ma la tiene in vita, per sempre. Gesù conferma questa stessa verità, rivelando l’amore del Dio vivente, nel quale tutti vivono.

La fede nella risurrezione, ovvero vivere in Dio.

Cosa ci attende dopo la morte? È un interrogativo che da sempre impone all’umano una seria riflessione. La fede nella vita ultraterrena alla presenza di Dio si consolida progressivamente in Israele, e Gesù ne conferma la veridicità. La sua risurrezione è primizia della redenzione dei credenti, destinati a condividere con lui la pienezza della dignità filiale.

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La fede nella risurrezione dei morti non era condivisa da tutti i gruppi interni del giudaismo del I secolo. I sadducei non credono che l’anima possa sopravvivere al corpo, ma Gesù, a partire dalle Scritture, dimostra loro che Dio non è dei morti, ma dei vivi: tutti vivono in lui (vangelo).

La fedeltà eroica dei fratelli Maccabei è degna di ammirazione: sono sottoposti ai tormenti, ma trovano forza nella fede. Offrono al sovrano le loro membra, convinti che il Signore concederà loro una vita nuova ed eterna (prima lettura).

L’apostolo prega per i cristiani di Tessalonica, perché il Signore doni loro conforto e li confermi nel loro impegno di fede, e chiede loro di pregare per lui e i suoi collaboratori. Il legame tra Paolo e la comunità tessalonicese è rafforzato dalla reciproca preghiera a Dio e al Signore Gesù (seconda lettura).

Fonte: Servizio della Parola – Prezzo di copertina: Euro 10,00