Questo è un punto importante della vita di Gesù: è il momento in cui raduna intorno a sé una comunità di amici. Luca addirittura fa lʼappello, nominando i discepoli uno per uno. Noi non abbiamo un buon rapporto con gli elenchi di nomi e spesso li saltiamo perché ci danno lʼimpressione di avere a che fare con informazioni che non ci interessano, come se leggessimo un elenco del telefono.
In realtà questi elenchi mostrano con molta chiarezza cosa sia una comunità.
Se facciamo attenzione ai nomi, ci accorgiamo che alcuni di questi nomi sono di origine greca, come Filippo e Andrea, mentre gli altri sono di origine ebraica: nel gruppo di Gesù ci sono due mondi culturali che si intrecciano. Se poi pensiamo che i greci avevano invaso Israele circa un secolo prima, capiamo ancora meglio quanto affetto possa esserci tra di loro. Ma non basta: tra di loro cʼè anche Matteo, il pubblicano, collaboratore dei romani, popolo che in quel momento aveva il controllo di Israele. Anche lui non era di certo amatissimo, soprattutto da Simone lo zelota, gli zeloti erano in guerra aperta contro i romani: tra un collaboratore romano e un rivoluzionario non cʼerano molti spazi di dialogo.
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Si potrebbero sottolineare altre forme di conflittualità e di scontri tra gruppetti interni ai discepoli, ma ci fermiamo qui, tutto questo ci basta a dire un paio di cose importanti sulla comunità. Innanzitutto che la diversità è fondamentale: non è semplice da gestire, ma è lʼincontro (e lo scontro) tra posizioni diverse a creare lo spazio per far parlare lo Spirito. Non parla a me o a te, ma parla attraverso una comunità che è capace di ascoltarlo solo se lo fa insieme. Il rischio che a volte viviamo è di creare gruppi in cui le persone sono fotocopie le une delle altre. Sono luoghi rassicuranti, certo, ma anche molto noiosi․․․ dove rischia di non esserci spazio per ascoltare lo Spirito. La conflittualità fa parte della vita di una comunità. Non è per forza il segno di qualcosa che non va, anzi, a volte mostra che la comunità diventa uno spazio per parlare liberamente ed essere accolti. La tensione che si crea tra posizioni differenti è ciò che rende la comunità una cosa viva.
Leonardo Vezzani SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato