Sforzi intelligenti e fatiche inutili
La domanda rivolta a Gesù risente dell’idea che la salvezza sia un traguardo da raggiungere e che, come avviene per le corse, sono pochi coloro che la portano a termine mentre molti sono quelli che si perdono per strada.
In realtà Gesù è venuto perché tutti possano giungere alla salvezza la cui porta di accesso è la croce. Essa è stretta perché richiede la disponibilità a lasciare tutto per il Tutto. Lo sforzo a cui allude Gesù non sono i sacrifici che possiamo sostenere ma che alla fin fine li facciamo per noi stessi. Si tratta invece di impegnarsi a cambiare mentalità ed entrare nella logica dell’amore che trova in Gesù l’unico modello da imitare.
La parabola racconta la triste sorpresa di chi alla fine rimarrà escluso dalla vita non perché vittima di un’ingiustizia ma in quanto unico artefice del suo fallimento causato dalla sua presunzione di salvarsi da solo e da sé. Il momento del giudizio rivelerà la verità del modo con il quale durante la vita abbiamo trattato il «padrone di casa».
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Infatti, la sofferenza subita dal Signore di vedersi trattato come un estraneo sarà vissuta nel medesimo modo da chi ha tenuto la porta del cuore chiusa alla sua Parola sebbene abbia rispettato formalmente tutti i comandamenti. Questo è il rischio di chi nasconde dietro una buona condotta pensieri egoistici e narcisisti.
La barriera del pregiudizio e dell’abitudine a giudicare gli altri in base alle proprie idee impedisce di riconoscere la presenza di Dio e la sua azione, sicché invece di aprirci all’ascolto e all’aiuto ci si chiude al dialogo innescando meccanismi di contrapposizione. Possiamo stare anche gomito a gomito con gli altri ma nutrire sentimenti di disprezzo che annullano ogni forma di autentica comunione.
La vera sfida è far entrare Dio in noi, se glielo permettiamo. Infatti, Gesù sembra voler dire che la porta del nostro cuore può essere aperta solo dall’interno a patto che sia divelto il chiavistello della presunzione di potersi salvare da sé.
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Commento a cura di don Pasquale Giordano
La parrocchia Mater Ecclesiae è stata fondata il 2 luglio 1968 dall’Arcivescovo Mons. Giacomo Palombella, che morirà ad Acquaviva delle Fonti, suo paese natale, nel gennaio 1977, ormai dimissionario per superati limiti di età… [Continua sul sito]